Ritardati pagamenti onorati per metà in Bot

Fonte: Italia Oggi

Stanziati 5,7 miliardi per il pagamento dei crediti derivanti da transazioni commerciali vantati da fornitori di beni e servizi nei confronti dei ministeri; possibile, fino a due miliardi l’estinzione dei debiti attraverso l’assegnazione di titoli di Stato; la copertura per i maggiori oneri per interessi derivanti dall’emissione di Bot viene stimata in 235 milioni dal 2012, a un tasso del 5% annuo. È quanto prevede l’articolo 35 del decreto-legge n. 1 del 2012 che riguarda un totale di 5,7 miliardi di crediti maturati da soggetti terzi all’amministrazione, entro il 31 dicembre 2011, nei confronti dei ministeri. L’intervento, in particolare, si rivolge sia ai crediti connessi a transazioni commerciali per l’acquisizione di servizi e forniture (certi, liquidi ed esigibili) che le amministrazioni hanno iscritto come residui passivi perenti (per un importo non superiore a 4,7 miliardi), sia crediti «fuori bilancio» per spese relative a consumi intermedi, maturati alla data del 31 dicembre 2011, il cui pagamento rientri, secondo i criteri di contabilità nazionale, tra le regolazioni debitorie pregresse (per un miliardo). Il decreto agisce in due modi: in primo luogo incrementando (2,7 milioni per il 2012) la dotazione finanziaria dei fondi di riserva per i residui perenti di parte corrente e di conto capitale, con ciò dando la possibilità di effettuare maggiori pagamenti a fronte delle richieste al momento non accoglibili (per la limitatezza delle risorse sui fondi stessi). Si conferma che le risorse per coprire questo fabbisogno vengono attinte da quelle per rimborsi e compensazioni di crediti di imposta, complessivamente disponibili nella contabilità speciale 1778 «Agenzia delle entrate – Fondi di Bilancio». In secondo luogo, in alternativa, si prevede che i crediti possano essere estinti attraverso assegnazione di titoli di stato, per l’importo di 2 miliardi di euro, che si aggiungono al complessivo importo di 2,7 miliardi destinato all’incremento dei fondi di riserva. Il decreto fa anche il caso che si superi il tetto dei due miliardi: in tale ipotesi si riduce conseguentemente il tetto dei 2,7 miliardi previsto per le rassegnazioni. L’operazione per il bilancio statale non è, ovviamente, a costo zero come ha anche dichiarato ieri il ministro per lo sviluppo economico Corrado Passera: il governo stima infatti che vi sarà «l’esigenza di maggiori emissioni di titoli con conseguente aggravio delle spesa per interessi, valutati per ciascun anno in 235 milioni a decorrere dall’anno 2012, corrispondenti ad un tasso di interesse medio del 5% annuo». L’onere di 235 milioni sarà coperto con le maggiori entrate percepite nelle aree delle autonomie speciali in ragione degli incrementi delle aliquote dell’accisa sull’energia elettrica disposti dai decreti del Mef 30 dicembre 2011 disposti a seguito della cessazione dell’applicazione dell’addizionale comunale e provinciale all’accisa sull’energia elettrica. Il recupero avrà ad oggetto la quota di maggior gettito di spettanza delle regioni a statuto speciale e delle province autonome di Trento e Bolzano. Per i consumi intermedi, sempre al 31 dicembre 2011, il cui pagamento rientri tra le regolazioni debitorie pregresse, si prevede un incremento del fondo da ripartire per la regolazione delle posizioni debitorie pregresse emerse presso le amministrazioni (articolo 1, comma 50, della legge 266/2005), di un importo di euro 1.000 milioni di euro. In questo caso alla copertura del miliardo si provvede, per 740 milioni di euro con le disponibilità della citata contabilità speciale 1778 e per 260 milioni di euro, mediante utilizzo di quota parte dei risparmi sugli interessi del debito pubblico per l’anno 2012. Apprezzamento per le misure del governo è stato espresso dalle associazioni rappresentative delle imprese di servizi, che si coordinano nel Taiis, il Tavolo interassociativo imprese di servizi. «Apprezziamo che il governo abbia inserito il ritardo nei pagamenti tra le sue priorità», sottolineano i rappresentanti del Taiis, «attendiamo però provvedimenti organici ed efficaci per risolvere il problema nella sua interezza, le cui misure sono ben oltre i 6 miliardi scarsi messi a disposizione».

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