Riordino Ue per i servizi pubblici

Fonte: Il Sole 24 Ore

La crisi globale ha ridotto la disponibilità di risorse degli stati Ue da destinare ai servizi pubblici e nello stesso tempo ha accresciuto la domanda di questi servizi da parte dei cittadini rendendoli ancora più essenziali. Perciò si impone una sterzata per evitare gli sprechi di risorse, senza penalizzare il livello di servizio. Con questi intenti la Commissione europea approverà oggi una comunicazione del commissario alla Concorrenza, Joaquin Almunia, in vista della revisione delle regole sugli aiuti di stato alle aziende di servizio pubblico che rivestano un interesse economico generale. La comunicazione, come ha spiegato il commissario ieri in un’audizione al comitato economia dell’Europarlamento, serve a lanciare il dibattito per la revisione del pacchetto Monti-Kroes del 2005 che scadrà a novembre. Il confronto che nei fatti è partito ieri, dunque, punta a predisporre una bozza del nuovo testo che a luglio dovrebbe essere sottoposta all’esame degli stati membri. Come ha spiegato Almunia in Parlamento, le regole attuali si applicano in modo uniforme a tutti i servizi e si preoccupano solo di come gli stati coprono i costi dei servizi senza tenere in considerazione l’efficienza delle spese. «Noi vogliamo fare in modo che siano anche più efficienti». A questo obiettivo si arriva, secondo il commissario, diversificando il controllo di Bruxelles sugli aiuti di stato, rendendolo proporzionale e adattandolo alla natura dei servizi erogati. La Ue, dunque, vorrebbe prima di tutto semplificare le regole per alcuni servizi che non hanno un impatto rilevante in termini di concorrenza. È il caso dei servizi di assistenza sociale o agli anziani. Alcune regole sono poco chiare, secondo la Dg Concorrenza, e vanno sfrondate. Sui settori che hanno un impatto economico rilevante sul mercato interno, invece, il controllo deve assicurare che i finanziamenti pubblici siano in grado di assicurare il migliore servizio al costo più basso possibile per i contribuenti. Per questo propone un “controllore” che giudichi la qualità della spesa dei singoli stati nei servizi erogati, sulla base di un criterio di efficienza che dovrebbe essere imperniato sui costi standard, cioè sul costo medio sopportato da un’azienda analoga ben gestita.

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