Rimborsi tagliati ai partiti se il governatore va in deficit

Fonte: Il Sole 24 Ore

ROMA – I lavori nel cantiere del federalismo proseguono più frenetici che mai. Con la crisi politica ormai ufficiale la Lega prova lo sprint finale sull’attuazione della delega. Lo dimostrano i passi avanti compiuti dal decreto su premi, sanzioni e meccanismi di governance che il Carroccio vuole portare in consiglio dei ministri la settimana prossima per il via libera preliminare, magari seguito a stretto giro dal dlgs sull’armonizzazione dei bilanci locali. Il provvedimento in arrivo sancirà, da un lato, la rimozione dei governatori responsabili di default e il taglio dei rimborsi per le liste che li appoggiano; dall’altro, l’ineleggibilità dei sindaci e dei presidenti di provincia colpevoli di dissesto. Negli oltre 20 articoli che lo compongono ci sarà spazio anche per l’istituzione della commissione di coordinamento della finanza pubblica. Si tratta dell’organismo a cui il decreto sul fisco regionale – varato il 7 ottobre scorso e in attesa del parere della conferenza unificata, ndr – assegna il delicato compito di monitorare il livello della pressione fiscale tanto centrale quanto locale. La commissione emetterà degli atti di indirizzo sul modello delle authorities. Sulle sanzioni si seguirà un doppio binario. Richiamando il procedimento previsto dall’articolo 126 della costituzione, il governo potrà chiedere al presidente della repubblica lo scioglimento del consiglio regionale e la rimozione del presidente in presenza di «gravi violazioni di legge». Tale sarà considerato infatti il ripetuto inadempimento dei piani di rientro sanitari abbinato al mantenimento per due esercizi dell’addizionale Irpef ai livelli massimi. Alla rimozione dovrebbe seguire una decurtazione nell’ordine del 30% dei rimborsi elettorali per la lista o la coalizione di riferimento. Non ci sarà invece l’ineleggibilità (e non ci sarebbe potuta essere vista la competenza esclusiva delle regioni sul proprio sistema elettorale) che sarà riservata ai primi cittadini e ai presidenti di provincia coinvolti in una dichiarazione di dissesto. La loro ineleggibilità sarà totale e potrà durare fino a dieci anni. Temi trattati anche nel corso del convegno su federalismo e costi standard che si è tenuto ieri a Milano e a cui è intervenuto il presidente della commissione tecnica paritetica Luca Antonini. Che li ha definiti «un punto di arrivo». «Dopo che ci siamo dotati di un sistema fiscale trasparente a livello locale e regionale e di una spesa trasparente con costi e fabbisogni standard – ha spiegato Antonini – non ci saranno più attenuanti per chi manderà in dissesto comuni o regioni». Quanto ai meccanismi premiali si punterà a riconoscere a province e regioni una quota del gettito fiscale e contributivo che contribuiranno a scovare, sulla falsariga di quanto previsto per i comuni nel decreto attuativo sul fisco municipale. Che è stato approvato in via preliminare a palazzo Chigi il 4 agosto scorso e che oggi comincerà ufficialmente il suo iter in commissione bicamerale. Con un ufficio di presidenza ad hoc che fisserà l’iter e indicherà i relatori. Più vicino al traguardo infine è il decreto sui fabbisogni standard degli enti locali che stamattina sarà in preconsiglio ed entro la settimana dovrebbe essere varato invia definitiva dal Cdm. LE MISURE Meccanismi premiali Il principale strumento incentivante contenuto nel dlgs in arrivo su premi, sanzioni e meccanismi di governance sarà l’attribuzione di una quota del gettito contributivo e fiscale recuperato con il contributo di regioni e province. Così come viene previsto per i comuni dal decreto sul fisco municipale. Altro strumento per premiare gli enti virtuosi sarà l’allentamento del patto di stabilità, magari nel solco avviato dal ddl di stabilità in discussione alla Camera. Quadro sanzionatorio I governatori che non rispettano i piani di rientro e che per due esercizi portano al massimo l’addizionale Irpef compiranno «grave violazione di legge» e potranno essere rimossi con decreto del presidente della Repubblica su proposta del governo. Possibile la decurtazione dei rimborsi per la lista che li appoggia. Ineleggibilità fino a 10 anni da ogni carica politica per sindaci e presidenti di provincia destinatari di una dichiarazione di dissesto.

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