Regioni e città lanciano l’allarme sulla strategia di crescita dell’UE: Progressi insufficienti, cambiare subito rotta o sarà fallimento

Nel summit europeo di Atene il Comitato delle regioni ha sottolineato con forza che non sarà posssibile raggiungere gli obiettivi di crescita e occupazione della strategia Europa 2020 mantenendo l’attuale approccio “totalmente sordo alle istanze territoriali”. Regioni e città dell’ UE, nella cosiddetta “Dichiarazione di Atene”, propongono un piano di riforma in sette punti, presentato dalla Prima Vice-Presidente del Comitato, Mercedes Bresso nel corso di un dibattito con il ministro degli Esteri Greco, Evangelos Venizelos, e il presidente della Banca Europea per gli Investimenti, Werner Hoyer.

Nella Dichiarazione di Atene, approvata nel corso del 6° Vertice europeo delle regioni e delle città, i membri del Comitato sottolineano che il successo della strategia dell’UE per la crescita dipenderà dal ruolo che gli enti locali e regionali saranno chiamati a svolgere nel pianificare e realizzare gli interventi. Questa dichiarazione politica si fonda sui risultati di una verifica intermedia della strategia Europa 2020, pubblicata dal CdR in seguito a un’ampia consultazione delle amministrazioni regionali e regionali dell’UE.

Intervenendo davanti a oltre 800 partecipanti provenienti da tutta l’UE, la Prima Vice-Presidente Bresso ha sottolineato che gli enti locali e regionali, in quanto responsabili di un terzo della spesa pubblica e di due terzi degli investimenti pubblici, sono decisivi per realizzare gli obiettivi prioritari dell’UE. “Con la crisi i divari tra territori sono tornati a crescere mentre alcuni indicatori cruciali hanno raggiunto livelli allarmanti come nel caso del numero di persone a rischio povertà o dell’intensità degli investimenti pubblici” ha sottolineato Bresso, aggiungendo che “Per invertire la tendenza il Comitato delle Regioni propone di introdurre con determinazione una dimensione regionale nella strategia, definendo obiettivi chiari e strumenti di intervento a livello regionale, perché è a questo livello che i divari si manifestano. Al contempo, dobbiamo usare gli strumenti che oggi coordinano le politiche di bilancio dei governi, in primis le procedure del semestre europeo, per coordinare gli interventi anche in materia di lotta alla disoccupazione e alla povertà. Servono indicatori, obiettivi vincolanti e impegni chiari anche sul fronte della coesione sociale e territoriale, altrimenti l’Europa rischia di essere percepita solo come austerity e burocrazia” ha concluso.

Nell’aprire i lavori del Vertice, il Presidente del CdR Ramón Luis Valcárcel Siso ha dichiarato: “Le più recenti previsioni economiche mostrano che, nonostante i segni di una ripresa economica in Europa, vi sono ancora disuguaglianze inaccettabili tra le regioni. Adesso è necessario cambiare rotta e promuovere la partecipazione delle città e delle regioni d’Europa alla messa a punto della strategia, che deve appartenere anche a loro. Se non vogliamo fallire ancora, dobbiamo stabilire obiettivi regionali per la strategia di crescita dell’UE, creare partenariati tra tutti i livelli di governo e stanziare fondi sufficienti affinché la ripresa economica sia una realtà per tutti i cittadini europei”.

A proposito degli obiettivi che l’UE si è data nel 2010, il Presidente Valcárcel ha aggiunto: “È preoccupante che siano stati fatti così pochi progressi verso il conseguimento degli obiettivi fissati. Se è vero che alcune regioni stanno facendo molto bene, altre sono in grave ritardo. La crisi economica ha avuto indubbiamente un forte impatto negativo sulle prospettive di crescita dell’economia europea, ma non è questa l’unica ragione degli scarsi progressi registrati. È giunto il momento di porre rimedio alle carenze dell’architettura e della governance della strategia”.

Il piano in sette punti del CdR per la strategia Europa 2020

1. Conferire alla strategia una dimensione territoriale: sebbene abbia fornito un quadro d’azione, la strategia continua a ignorare i punti di forza, i punti deboli e le opportunità di sviluppo delle regioni europee. Occorre stabilire obiettivi differenziati sul piano territoriale, basati su dati regionali aggiornati ed estesi, che consentano di misurare i progressi realizzati a livello locale in tutta l’UE.

2. Programmi nazionali di riforma in partenariato: la partecipazione degli enti locali e regionali all’elaborazione dei programmi nazionali di riforma è ancora limitata: vengono consultati, ma non sono considerati partner ai fini della definizione degli obiettivi.

3. Fare della governance multilivello l’approccio standard: la governance multilivello consente di coordinare i diversi livelli di governo ed è la condizione necessaria affinché la strategia Europa 2020 possa apportare un valore aggiunto in termini di crescita, occupazione e coesione. I patti territoriali e i sistemi multilivello che coinvolgono gli enti pubblici a tutti i livelli possono contribuire al rinnovamento della strategia.

4. Allineare il semestre europeo ad investimenti reali a lungo termine: il semestre europeo, ossia il coordinamento annuale delle politiche strutturali e di bilancio degli Stati membri, dev’essere maggiormente allineato agli obiettivi previsti dalle iniziative faro della strategia Europa 2020, con la conseguente necessità di investimenti a lungo termine.

5. Utilizzare meglio le iniziative faro per rafforzare il coordinamento delle politiche: le sette iniziative faro devono costituire una leva per rafforzare il coordinamento delle politiche a tutti i livelli in vista della realizzazione degli obiettivi della strategia Europa 2020.

6. Mobilitare finanziamenti per gli investimenti a lungo termine, garantendo una migliore qualità della spesa: la Commissione europea dovrebbe pubblicare un Libro verde sulle sinergie di bilancio tra tutti i livelli di governo, che consentirebbero loro di fare di più spendendo di meno. La Banca europea per gli investimenti, dal canto suo, dovrebbe potenziare l’assistenza tecnica agli enti locali e regionali, e si dovrebbero impiegare strumenti finanziari innovativi per mobilitare le fonti di finanziamento private. Occorre infine migliorare la qualità della spesa pubblica in modo da rendere più efficaci gli investimenti pubblici.

7. Rafforzare la capacità amministrativa per un’attuazione più efficace: l’UE e gli Stati membri devono incoraggiare e sostenere le analisi comparative, gli scambi di esperienze e l’apprendimento reciproco tra regioni e città, anche attraverso strumenti dell’UE quali i programmi europei di cooperazione territoriale. Occorre infine creare una Piattaforma per l’innovazione nel settore pubblico che svolga un’azione di promozione e coordinamento.

(Fonte: Committee of the Regions)

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