Proroga per tutti i precari degli enti siciliani

Fonte: Il Sole 24 Ore

MILANO – Alla fine sarà «proroga» per tutti. Dopo mesi di battaglie feroci, combattute tra Palermo e Roma, sui 22.500 precari degli enti locali siciliani è prevalsa l’idea più tradizionale: contratti rinnovati per un anno, poi si vedrà. A offrire l’ennesimo giro a lavoratori in forze anche da decenni nei comuni dell’isola (pagati però dalla regione) sarà il maxiemendamento del governo alla manovra correttiva; lo ha assicurato lo stesso ministro dell’Economia al governatore siciliano, dopo che un primo correttivo a firma del relatore Antonio Azzollini ha rischiato di lasciar fuori dalla proroga il 65% degli interessati. Il rilancio, quindi, arriverà con la versione definitiva dello stesso provvedimento che chiede dieci miliardi in due anni alle regioni, e che ha portato quasi tutti i governatori a minacciare di chiudere bottega restituendo le deleghe al governo. Anche per questo sarebbe stato difficile per il presidente siciliano Raffaele Lombardo cogliere l’obiettivo pieno, la stabilizzazione tout court, che continua comunque a essere al centro dei suoi piani (si veda l’intervista sul Sole 24 Ore dell’8 luglio). In nome del posto fisso, del resto, Lombardo è impegnato su due fronti: per ottenere la deroga al patto di stabilità necessaria ad assumere i 22.500 precari degli enti locali il leader dell’Mpa si era detto pronto a tutto, anche a stazionare al ministero dell’Economia fino al via libera di Tremonti. In più, però, ci sono anche i 4.500 precari della regione: a maggio Palazzo dei Normanni aveva approvato una manovra per stabilizzarli ma il prefetto Michele Lepri Gallerano, commissario di stato, ha fermato tutto e ha spedito le norme alla Corte costituzionale. «Tremonti o non Tremonti », ha ribattuto Lombardo subito dopo la decisione di Gallerano, «rifaremo la norma in tre giorni». La partita comunque non si chiude qui; Domenico Nania, siciliano e vicepresidente dei senatori Pdl, ha già spiegato che messa la pezza della proroga bisognerà trovare una «soluzione strutturale».

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