Proposte di semplificazione delle attività ispettive degli Enti locali

La giungla della burocrazia: le pmi “rischiano” 111 controlli l’anno: analisi alla luce del recente studio redatto dall’Ufficio studi della CGIA di Mestre

22 Maggio 2017
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di PAOLA MORIGI

L’Ufficio studi della CGIA di Mestre ha recentemente diramato un comunicato sul “peso” che i controlli, esercitati da diverse tipologie di PA, giocano nei confronti delle piccole e medie imprese italiane. Si tratterebbe di 111 potenziali controlli, praticamente uno ogni tre giorni, effettuati da 15 diversi istituti o agenzie o enti pubblici. Anche gli Enti locali sono fra i controllori in ambito ambientale, fiscale, amministrativo. Ma vediamo più nel dettaglio di che cosa si tratta.

Attività ispettive: lo studio della CGIA di Mestre

La CGIA ha suddiviso le potenziali ispezioni per materia individuando quattro aree tematiche:
̶  ambiente e sicurezza nei luoghi di lavoro: rappresenta sicuramente la voce più colpita, essendo potenzialmente interessata da 56 possibili controlli, effettuati da 10 enti o istituti diversi;
 ̶  fisco: in questo caso i controlli potrebbero essere 26 e 6 le strutture o enti coinvolti nell’effettuarli;
̶  contrattualistica: si sono calcolati nell’area del lavoro 21 possibili controlli, di competenza di  4 istituti o agenzie;
̶  materie amministrative: 8 sarebbero le diverse tipologie di controllo e 3 gli istituti o enti ad essi preposti.
Il primo degli ambiti che è stato individuato, relativo all’ambiente a alla sicurezza, è certamente quello più soggetto a controlli. Si va dalle verifiche in ordine alla conformità/mantenimento dell’efficienza degli impianti (elettrici, idrici, gas, ecc.) ai riscontri in ordine alle normative antincendio. Non mancano poi le autorizzazioni agli scarichi, alle emissioni in atmosfera, alla gestione dei rifiuti nonché le verifiche in ordine al rispetto delle normative sulla sicurezza nel luogo di lavoro.

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