Procedure di asilo: per la Commissione le norme comuni sono carenti

In una relazione sull’applicazione della direttiva relativa alle norme minime per il riconoscimento e la revoca dello status di rifugiato, la Commissione constata il persistere di notevoli divergenze tra Stati membri riguardo alle garanzie procedurali; inoltre la formulazione vaga della direttiva e le carenze attuative nazionali possono condurre a errori amministrativi. Per colmare queste lacune, il 21 ottobre 2009 la Commissione aveva proposto una riformulazione della direttiva, e ora chiede al Parlamento europeo e al Consiglio di adottare le modifiche proposte.
Le procedure nazionali in materia di asilo sono ancora molto divergenti e le norme in vigore non sono in grado di impedire errori amministrativi: chiedo al Parlamento europeo e al Consiglio di adottare le modifiche che la Commissione ha proposto nel 2009 proprio per rimediare a questa situazione“, ha affermato Cecilia Malmström, Commissario per gli Affari interni, aggiungendo: “La Commissione continuerà a esaminare e seguire tutti i casi in cui sono emersi problemi di attuazione, in modo da garantire la corretta applicazione della direttiva, in particolare per quanto riguarda il rispetto del principio dinon respingimentoe degli altri diritti sanciti dalla Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea, nonché per ridurre i margini di divergenza“.
La direttiva fissa norme minime che garantiscano procedure eque ed efficaci per il riconoscimento e la revoca dello status di rifugiato.
Dalla relazione della Commissione sull’attuazione della direttiva emerge che l’obiettivo di creare parità di condizioni nelle procedure di asilo non è stato pienamente conseguito. Infatti alcune disposizioni facoltative e deroghe previste dalla direttiva hanno portato a divergenti interpretazioni delle garanzie procedurali negli Stati membri. Tali differenze riguardano soprattutto le disposizioni sulle procedure accelerate, sul “paese di origine sicuro”, sul “paese terzo sicuro”, sui colloqui personali, sull’assistenza legale e sull’accesso a un mezzo di impugnazione efficace.
Alcuni paesi hanno trasposto solo in parte la direttiva nella propria legislazione nazionale e l’hanno applicata in maniera carente. Ne consegue che le procedure sono soggette a errori amministrativi, tant’è vero che buona parte delle decisioni adottate su casi individuali viene poi ribaltata in sede di ricorso poiché basate su criteri imprecisi e poco chiari.
Il 21 ottobre 2009, dopo un esame accurato dell’attuazione della direttiva, la Commissione aveva quindi adottato una proposta di rifusione della direttiva, mirante a eliminare le carenze, snellire e consolidare le procedure e migliorare la qualità delle decisioni di primo grado e l’efficacia della procedura di asilo in tutta l’UE. Proprio sulla qualità ed efficienza della procedura verterà una conferenza ministeriale in programma a Bruxelles il 13 e 14 settembre: la relazione della Commissione servirà anche per stimolare il dibattito.

Contesto
Tra il 1° gennaio 2008 e il 31 dicembre 2009, i 26 Stati membri vincolati dalla direttiva sulle procedure di asilo hanno registrato 492 995 domande di asilo. Nello stesso periodo, questi Stati membri hanno emesso 444 165 decisioni di primo grado e 125 785 decisioni in sede di ricorso (3 Stati membri non hanno però fornito dati per il 2008 e 9 Stati membri per il 2009).
Il termine per il recepimento della maggior parte delle disposizioni della direttiva era il 1° dicembre 2007, mentre l’articolo 15, relativo all’assistenza legale, doveva essere recepito entro il 1° dicembre 2008.
Scaduti i termini, sono scattati i procedimenti di infrazione contro tutti gli Stati membri che non avevano comunicato la totalità dei provvedimenti di recepimento: la Commissione ha inviato 17 lettere di costituzione in mora e 5 pareri motivati.
Attualmente tutti gli Stati membri tranne l’Irlanda hanno notificato provvedimenti di recepimento completi.
Il 21 ottobre 2009 la Commissione ha presentato una proposta di modifica della direttiva con i seguenti scopi:

  • predisporre una procedura unica semplificando e razionalizzando le procedure di asilo;
  • facilitare l’accesso alle procedure di esame;
  • rendere più efficace la procedura di esame delle domande;
  • migliorare la qualità delle decisioni in materia di asilo;
  • assicurare l’accesso dei richiedenti asilo ad un ricorso effettivo.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *