Più case ai comuni

Fonte: Italia Oggi

Approvare la cedolare secca del 20% sugli affitti, canoni ridotti con possibilità di riscatto dopo 30 o 40 anni, acquisto da parte dei comuni degli immobili invenduti e reimmissione sul mercato delle locazioni a canone agevolato, fondo di rotazione per le ristrutturazioni e riqualificazioni energetiche. Sono queste alcune delle molte proposte contenute nel documento base sul mercato immobiliare messo a punto dalla commissione ambiente della Camera a conclusione di un lungo ciclo di audizioni che ha visto la partecipazione di diverse organizzazioni rappresentative del settore immobiliare e delle costruzioni. Il documento evidenzia una serie di proposte prioritarie e strategiche, principalmente legate al regime fiscale delle locazioni. Partendo dal dato portato in audizione dalle Agenzie delle entrate (per cui mentre le famiglie che dichiarano di vivere in affitto sono 4,3 milioni, solo 3,8 milioni di abitazioni risultano locate) la proposta è quella di introdurre una tassazione sostitutiva (cosiddetta «cedolare secca»), con aliquota del 20% sul reddito derivante dalle locazioni, allo scopo di aumentare la propensione all’investimento in abitazioni da destinare all’affitto e per favorire l’emersione di una rilevante quota degli attuali affitti «in nero». Altra proposta di cui dà conto il documento, fra le molte emerse nelle audizioni svolte dalla Commissione, è quella finalizzata a sostenere l’accesso alle locazioni delle famiglie meno abbienti tramite la previsione di canoni moderati e la possibilità, dopo trenta o quaranta anni, di riscattare l’immobile locato. Per l’housing sociale è stata proposta la completa parificazione tra soggetti pubblici gestori del patrimonio e soggetti privati in merito alla possibilità di beneficiare delle agevolazioni fiscali previste per gli interventi di ristrutturazione edilizia (cosiddetto 36%) e di efficientamento energetico degli edifici (cosiddetto 55%). Richiesta anche la costituzione di un fondo di rotazione per l’attivazione degli interventi di ristrutturazione o riqualificazione energetica del patrimonio di edilizia residenziale pubblica, nonché la cancellazione dell’Iva sugli interventi di edilizia residenziale pubblica. Proposta condivisa da tutti gli operatori e fatta propria dal documento è poi quella finalizzata a consentire ai comuni di acquisire una parte del patrimonio immobiliare invenduto, generatosi per effetto della crisi economica internazionale in atto, da reimmettere sul mercato delle locazioni, principalmente sotto forma di assegnazione di alloggi di edilizia sociale. Sul fronte ambientale emergono le proposte finalizzate all’ottenimento di misure a sostegno della domanda di nuova edilizia ecocompatibile con l’introduzione, a favore degli acquirenti, di detrazioni fiscali su parte degli extracosti di costruzione dei nuovi fabbricati ad elevati standard energetici. Da ultimo, sulla revisione della disciplina urbanistica, le proposte sono di natura legislativa, ad esempio finalizzate a favorire l’incremento delle volumetrie (anche rispetto al più 35% previsto nel Piano casa 2, giudicato del tutto insufficiente) .

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