Patroni come Calderoli bruciate 333 leggi

Fonte: Italia Oggi

È rimasta nella memoria di molti l’immagine di Roberto Calderoli, ministro leghista della semplificazione dell’ultimo governo Berlusconi, che mandava in fumo, letteralmente bruciandole con un lanciafiamme, 370 mila leggi inutili. Ora tocca al nuovo ministro della semplificazione, Filippo Patroni Griffi, disboscare la legislazione italiana da normative vecchie e inutilizzabili, intralcio a una trasparente azione amministrativa.
Il primo battesimo di Patroni Griffi ci sarà venerdì prossimo, quando al consiglio dei ministri sarà presentato il disegno di legge sulla semplificazione e lo sviluppo. Un battesimo in piccolo, rispetto al padre della semplificazione, visto che il ddl, o almeno l’ultima bozza, a ieri sera contava solo 333 leggi da cancellare. Il taglialeggi versione mignon è all’ultimo articolo di un ampio disegno di legge che semplifica molte procedure, in alcuni casi annullandole, dai controlli sulle imprese alle certificazioni per gli impianti termici. Il disegno di legge è all’esame del Tesoro, che sta verificando la copertura finanziaria di alcune disposizioni a rischio. Per esempio, il piano sulla scuola, che comporta sulla carta la stabilizzazione finale di circa 55 mila docenti e che potrebbe comportare, se non un nuovo onere, un costo però non più flessibile ma costante nei bilanci dello stato. Ipotesi, questa, alla quale la Ragioneria generale dello stato è sempre stata allergica.
Al controllo finale lo stesso taglialeggi, per evitare di dover reintrodurre norme che oggi si pensano erroneamente inutili. Come accaduto a Calderoli. Si parte con un decreto legislativo del 1947: cancellato l’articolo 11 che prevede il libretto per i lavoratori dello spettacolo. E poi salta il prospetto paga previsto da una legge del 1953. Saltano anche disposizioni sulla caccia del 1970 e le modifiche al trasporto gratuito degli alunni della scuola dell’obbligo, sempre del 1970. Cancellatai anche i dpr 32 e 33 del 20’06 sullo scioglimento di camera e senato e la convocazione dei comizi per le elezioni.

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