P.a., una riforma disorganica, incoerente e penalizzante

Fonte: Italia Oggi

Il 24 giugno è stato pubblicato il Decreto legge n. 90 sulla Riforma della pubblica amministrazione. Tra le misure adottate molte riguardano l’efficienza della pubblica amministrazione e il sostegno all’occupazione e al lavoro pubblico. Abbiamo chiesto una valutazione del provvedimento a Marco Paolo Nigi, segretario generale della Confsal, confederazione sindacale fortemente rappresentativa nel settore pubblico.

Domanda. Segretario, il governo aveva annunciato una riforma incentrata sul capitale umano e sul fattore professionale. I contenuti del provvedimento sono in linea con gli annunci?

Risposta. Per la Confsal il provvedimento governativo è disorganico, incoerente rispetto agli intenti annunciati e, soprattutto, penalizzante per i lavoratori pubblici. Ci impegneremo al massimo per migliorare il testo in sede di iter parlamentare per la conversione in legge del decreto.

D. Sul “ricambio generazionale”, annunciato ripetutamente dal ministro della Pubblica amministrazione e dell’innovazione, Marianna Madia, che cosa può dirci?

R. Il ricambio generazionale, in funzione di una moderna pubblica amministrazione e del sostegno all’occupazione nel settore pubblico, è la questione centrale clamorosamente disattesa dal governo. Il divieto del trattenimento in servizio e la “lieve” modifica del turn-over non potranno certo garantire la disponibilità di un significativo numero di posti per le assunzioni dei giovani. La Confsal, tra l’altro, aveva proposto l’esonero dal servizio e l’accelerazione dello sblocco del turn-over, due importanti norme disattese dal Governo. Ora, visto quanto è passato, ci dichiariamo largamente insoddisfatti e riteniamo che questo provvedimento governativo non realizzerà il necessario ricambio generazionale.

D. Invece, sulla mobilità obbligatoria dei pubblici dipendenti che cosa può dirci?

R. Si tratta di una norma rigida e penalizzante. La mobilità senza l’assenso del lavoratore nel raggio di 50 km dall’ufficio di provenienza in alcune difficili e disagiate condizioni territoriali, dove ci sia magari anche carenza di trasporti pubblici, si rivelerà insostenibile per molti sia sul piano economico che per la conciliazione dei tempi di vita e lavoro.

D. E qual è la sua opinione sulla riduzione dei distacchi e dei permessi sindacali?

R. Il sindacato svolge una funzione costituzionale a garanzia dell’esercizio dei diritti dei lavoratori e a tutela dei loro interessi; agli stessi fornisce anche una serie di importanti servizi di consulenza e assistenza. Per questo, la drastica riduzione delle prerogative e delle agibilità sindacali si tradurrà inevitabilmente in una ulteriore penalizzazione per i lavoratori. Il nostro auspicio è che, in sede di conversione in legge del decreto, il parlamento ri fletta attentamente in merito all’opportunità della norma e ne corregga almeno i termini.

D. La Confsal ha sempre sostenuto che la riforma della pubblica amministrazione, per produrre effetti positivi, debba essere sostenuta dalla valorizzazione professionale ed economica dei lavoratori. Ma non c’è riferimento nel provvedimento governativo al rinnovo dei contratti pubblici, scaduti ormai da cinque anni. Che ci dice?

R. Il rinnovo dei contratti dei pubblici dipendenti dovrà trovare obbligatoriamente un’adeguata soluzione di copertura finanziaria nella prossima Legge di Stabilità 2014. Se così non fosse, la Confsal è pronta a intraprendere dure azioni di protesta e di lotta.

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