Nuovo patto, premiati i virtuosi

Fonte: Italia Oggi

Patto di stabilità con un occhio di riguardo per gli enti virtuosi. Vincoli di bilancio meno stringenti per le amministrazioni con più autonomia finanziaria, bilanci equilibrati e buona capacità di riscuotere le proprie entrate. E dal prossimo anno, regole di finanza pubblica applicate anche ai comuni tra 1.001 e 5 mila abitanti e alle aziende speciali. Con la circolare n. 5/2012, diramata ieri, la Ragioneria generale dello stato ha fornito le indicazioni operative di inizio anno, che tengono conto della nuova disciplina del Patto contenuta nella legge di stabilità 2012. Alle province, il Patto chiede 1.200 mln di euro per il 2012 e 1.300 mln a partire dal 2013, mentre i comuni sono chiamati a contribuire, rispettivamente, per 4.200 e 4.500 mln. Gli obiettivi 2012 sono stati alleggeriti grazie ai proventi della Robin Hood tax (150 mln per le province e 520 per i comuni) e al fondo di cui all’art. 20, comma 3, del dl 98/2011 (20 mln alle province e 65 ai comuni), ma l’effetto di tali misure è già incorporato nei coefficienti per il calcolo. Non sono più previsti sconti generalizzati. Buone notizie solo per gli enti (sono circa 70) coinvolti nella sperimentazione dei nuovi sistemi contabili, che potranno spartirsi una torta da 20 mln, ma soprattutto per quelli che saranno identificati come virtuosi. Enti virtuosi. È questa la novità più significativa. Agli enti che verranno collocati nella prima classe di merito (in origine ne erano previste 4, poi ridotte a 2) sarà richiesto uno sforzo più modesto. La selezione sarà operata da un decreto del Mef sulla base dei 4 parametri previsti dall’art. 20, comma 2, del dl 98/2011 sopravvissuti alla novella operata dalla legge 183/2011, ovvero: 1) rispetto del Patto; 2) autonomia finanziaria; 3) equilibrio di parte corrente; 4) rapporto tra riscossioni e accertamenti delle entrate di parte corrente.Obiettivi differenziati. Il meccanismo di calcolo degli obiettivi, che continuano a essere declinati in termini di competenza mista (accertamenti e impegni per la parte corrente, riscossioni e pagamenti per la il conto capitale), è stato costruito per tenere conto della presenza di due classi di enti. Poiché i virtuosi non sono ancora stati individuati, è stato necessario prevedere due sottofasi. Nella prima, che scatta subito, si determineranno i target per gli enti; successivamente, si procederà a differenziarli, migliorando quelli dei virtuosi e peggiorando quelli dei non virtuosi. Il gioco deve essere a somma zero e il peso degli sconti riservati ai primi sarà a carico dei secondi. Nella prima sottofase, si assume come parametro di riferimento la spesa corrente media in termini di impegni registrata nel triennio 2006-2008. Applicando a tale valore (desunto dai consuntivi), il prescritto coefficiente si ottiene l’obiettivo. Per le province, il coefficiente è pari al 16,5% per il 2012 e al 19,7% dal 2013, mentre per i comuni è fissato, rispettivamente, al 15,6 e al 15,4%. La seconda sottofase scatterà con l’individuazione degli enti virtuosi, che potranno limitarsi a raggiungere un saldo obiettivo pari a 0 o a un valore leggermente superiore (comunque più basso di quello imposto agli altri): la legge 183/2011, infatti, ha previsto che la maggiorazione dei coefficienti di calcolo degli obiettivi dei non virtuosi, necessaria per compensare gli sconti ai virtuosi, non possa superare lo 0,4%. Le percentuali, pertanto, potranno arrivare fino al 16,9% ed al 20,1% per le province e al 16% e 15,8 per i comuni. Poiché il bilancio di previsione deve essere coerente con il Patto fin dalla sua approvazione, la circolare suggerisce a tutti gli enti di utilizzare prudenzialmente, nelle more dell’individuazione dei virtuosi, i coefficienti maggiorati previsti per i non virtuosi, apportando in seguito le opportune rettifiche. Sterilizzazione dei tagli. Ai fini del calcolo degli obiettivi, i non virtuosi potranno portare in detrazione rispetto al prodotto del coefficiente di calcolo e della spesa corrente media 2006-2008 il taglio previsto (inizialmente a valere sui trasferimenti erariali e ora a carico del fondo sperimentale di riequilibrio) dall’art. 14 del dl 78/2010. Il relativo riparto sarà definito con dm e nelle more gli enti possono agevolmente stimare il taglio aggiuntivo 2012 applicando al taglio 2011 il coefficiente 66,67%. La circolare tace sul trattamento degli ulteriori tagli previsti dal dl 201/2011 (pari a 415 milioni per le province e a 1.450 milioni per i comuni). Il Mef, rispondendo ai quesiti di alcuni enti, ha precisato che tali importi non possono essere sottratti dagli obiettivi del Patto, con evidente, ulteriore penalizzazione per gli enti. Enti soggetti. Per il 2012 sono assoggettati al Patto le province e i comuni con più di 5 mila abitanti, mentre a decorrere dall’anno prossimo entreranno anche i comuni con popolazione compresa tra 1.001 e 5 mila abitanti, i quali, peraltro, già da quest’anno devono tenere conto dei relativi vincoli in sede di predisposizione del bilancio pluriennale. Dal 2013 il Patto sarà esteso anche ad aziende speciali e istituzioni, mentre per le società in house il Mef dovrà definire regole ad hoc. Dal 2014, infine, dovrebbero essere assoggettate anche le unioni obbligatorie per i comuni con meno di 1.000 abitanti. Ma la partita legata alla riforma di cui all’art. 16 del dl 138/2011, quasi certamente sarà rinviata ai supplementari dal Milleproroghe.

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