Nuovo fisco per i comuni

Dopo lo stallo in Bicamerale, il Governo approva il decreto attuativo del federalismo nella versione concordata con gli enti locali. Raffica di polemiche, l’Anci alla finestra

l 4 Febbraio 2011
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Semaforo verde al nuovo fisco municipale. Il Consiglio dei Ministri, appositamente convocato in via straordinaria, si è riunito ieri e ha approvato in via definitiva il decreto legislativo in materia di federalismo fiscale municipale. La decisione è giunta al termine di una giornata convulsa, che ha visto lo stallo della Bicameralina sul federalismo: 15 a 15 il conteggio dei voti sul parere al decreto, e da lì polemiche a raffica sulla possibilità da parte dell’esecutivo di andare avanti nell’approvazione del provvedimento o sulla necessità di fare marcia indietro e ricominciare daccapo. Il Governo ha scelto la prima strada. Il Consiglio ha infatti approvato il decreto legislativo sul fisco comunale nella versione su cui la Commissione bilancio del Senato ha espresso parere favorevole. E, dunque, con tutte le modifiche frutto del confronto in Bicamerale e dell’intesa con l’Anci, tra cui lo sblocco dell’addizionale Irpef, la nuova modulazione della cedolare secca e dell’Imu. “Il decreto sul federalismo dei comuni è stato approvato definitivamente”, ha annunciato Umberto Bossi, Ministro per le riforme per il federalismo, in una nota. “Finalmente – ha proseguito Bossi – i comuni avranno le risorse senza andarle a chiedere col cappello in mano. I soldi resteranno sul territorio dove sono stati prodotti. La Lega – ha concluso Bossi – mantiene le promesse e porta a casa un risultato concreto nell’interesse dei cittadini”. “È gravissima la decisione del C.d.M di approvare un decreto bocciato dal parlamento: è un atto di rottura ingiustificabile”, commenta Francesco Boccia, deputato del Pd e componente della Bicamerale sul federalismo. “La Lega non si lasci raggirare da un Pdl allo sbando e non accetti scorciatoie. Riaffermi il principio del dialogo come metodo per costruire e condividere il federalismo: il Pd ha dato prova di serietà e responsabilità. Non si renda complice di un nuovo fallimento, perché questi colpi di mano lasciano pensare che tutto finirà come è accaduto per la devolution”. Tornando al no della Commissione parlamentare bicamerale per l’attuazione del federalismo al parere di maggioranza al decreto sul fisco municipale, il parere positivo del presidente Enrico La Loggia ha avuto come detto 15 voti favorevoli e 15 voti contrari. Anche il senatore finiano Mario Baldassarri ha dunque votato contro il parere, insieme ai 10 membri Pd, al membro dell’Idv e agli altri tre esponenti del terzo polo. A favore, invece, i commissari Pdl, Lega e al senatrice Svp Helga Taller. Naturale la raffica di reazioni. L’opposizione ha chiesto le dimissioni al governo, mentre il Ministro dell’economia Giulio Tremonti si è trincerato dietro un “no comment”. Il presidente La Loggia aveva già preannunciato nel pomeriggio quella che poi sarebbe stata l’opzione dell’esecutivo. “Andiamo avanti sul testo modificato in commissione perché ha già ricevuto il via libera della Commissione bilancio del Senato”. La Loggia ha parlato quindi di un’eventuale modifica della composizione della Commissione. “In Commissione la situazione è quella che è, ma va modificata, perché è alterato il rapporto tra maggioranza e opposizione. Forse – ha concluso – è arrivato il momento di provvedere: il Terzo Polo ha quattro componenti ed è una rappresentanza che mi pare sproporzionata”. “Martedì – annuncia La Loggia – riuniremo l’ufficio di presidenza per fare il calendario dei lavori e avviare subito l’esame del decreto sul federalismo regionale”. “Un vero federalismo è necessario e possibile. Quello che è stato respinto era un pasticcio. Adesso, ci si fermi. Non ci sono le condizioni né giuridiche, né politiche per andare avanti. Berlusconi e Bossi prendano atto della situazione”. Così il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, mentre secondo Antonio Di Pietro, leader dell’Idv, “il voto certifica l’inesistenza di una maggioranza in Parlamento. Bisogna restituire la parola ai cittadini e tornare alle urne. Abbiamo avuto la dimostrazione che questo governo e questa maggioranza, al di là degli slogan che propinano, sono incapaci di fare riforme ma buoni solo a varare leggi ad personam”.

L’ANCI: ATTENDIAMO RISPOSTE
Sul federalismo municipale il lavoro dell’Anci ha evitato il peggio ma restano ancora aperte due questioni. Questo il senso dell’intervento del presidente dell’Anci e sindaco di Torino, Sergio Chiamparino, dopo il pareggio sul decreto in commissione bicamerale. “Il voto – ha detto – è espressione della sovranità del Parlamento e noi lo rispettiamo. Per quanto ci riguarda ci sono due questioni sulle quali, qualunque sia il percorso, c’è bisogno che Governo e Parlamento diano risposte”. Chiamparino ha ribadito quindi le richieste dell’Associazione dei comuni: “I comuni hanno bisogno di autonomia fiscale, perché siamo quasi l’unico paese al mondo in cui non ce l’hanno; in secondo luogo, abbiamo bisogno di un po’ di ossigeno per i bilanci 2011”. In merito poi ai risultati della trattativa con il Governo che ha portato ad alcune modifiche del decreto, il presidente dell’Anci ha spiegato: “Non siamo stati così bravi, a cominciare da quando non siamo riusciti ad opporci con forza ai tagli, anche se bisogna tenere conto del contesto di crisi e di debito pubblico. Mettendo insieme la nostra sufficienza con il contesto possiamo dire di aver evitato il peggio”.

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