Nucleare: Veronesi, l’Italia sa che è inevitabile

Umberto Veronesi non ci ripensa: il nucleare è inevitabile, l’Italia lo sa, e sulla nomina a presidente dell’Agenzia per la sicurezza non fa marcia indietro. Alla sua prima apparizione in Parlamento da presidente designato, davanti alle Commissioni riunite Attività produttive e Ambiente della Camera che martedì voteranno sulla nomina, il senatore del Pd coglie l’occasione per ribadire le ragioni che lo hanno spinto ad accettare e si toglie anche qualche sassolino dalla scarpa.

Prima di tutto ribadisce che sulla nomina non ci ha ripensato, come poteva sembrare da alcune dichiarazioni apparse ieri sul Financial Times, e poi spiega che “tutta Italia si rende conto che il nucleare è inevitabile, perché fra 50 anni non avremo più petrolio, fra 100 non ci sarà più carbone e fra 150 finirà il gas: poi saremo all’asciutto”. L’unica soluzione possibile, dunque, è l’atomo: “Adesso – dice Veronesi – c’é la fissione nucleare, tra 20 anni ci sarà la quarta generazione che non avrà più scorie e poi negli anni ’70 arrivera’ la fusione. Se abbiamo amore per i nostri figli e i nostri nipoti dobbiamo intraprendere questa strada, perché saranno loro che intorno al 2120 vivranno la tragedia della carenza di energia”.

L’audizione serve soprattutto per conoscersi e Veronesi non si tira indietro, illustrando ai deputati il proprio curriculum e respingendo le accuse di chi lo considera troppo anziano per il ruolo: “Qualcuno ha detto che sono vecchio: è vero – risponde con una battuta – ho 86 anni, ma non ho l’Alzheimer e leggo ancora senza occhiali”. Veronesi crede comunque che i deputati “voteranno abbondantemente a favore”, perché “sul nome sono tutti d’accordo”, mentre “perplessità e dubbi sono sul tema del nucleare”: tuttavia, assicura, “se non dovesse succedere non ne farei una malattia, del resto i miei familiari e i miei collaboratori sono contrari”.

Certo, quell’opposizione da parte del Pd alla sua nomina ha lasciato il segno: “Pensavo ingenuamente – confessa – che il fatto che la sicurezza fosse in mano alla sinistra fosse una garanzia per la protezione della popolazione. Mi sembrava ragionevole, quindi non me lo aspettavo”. Nessuna previsione, invece, sull’iter per l’avvio vero e proprio dell’Agenzia, le cui nomine, dopo il voto in Commissione, “devono ripassare dal Consiglio dei ministri e poi dal Quirinale”. Su questioni pratiche interviene invece il sottosegretario allo Sviluppo economico, Stefano Saglia, che, dopo l’allarme lanciato dal presidente dei Verdi Angelo Bonelli, esclude che a Montalto siano “in corso i lavori propedeutici alla costruzione di una nuova centrale”.

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