Monti tenta di rilanciare la crescita

Fonte: Italia Oggi

Al lavoro. La crisi incalza, la manovra ha già prodotto i primi effetti psicologici negativi sui consumi degli italiani, calati di 400 milioni rispetto alle più pessimistiche delle previsioni, e il premier Mario Monti accelera i tempi. Trascorsi a Milano la vigilia e il giorno di Natale, il presidente del consiglio sarà oggi di ritorno a Roma, con l’obiettivo di mettere a punto le misure che dovrebbero consentire il rilancio dell’economia italiana, attesa al grande freddo, -1,6%, l’anno prossimo.
Il menù, che dovrebbe essere discusso nel corso della riunione del consiglio dei ministri attesa per domani, dovrebbe prevedere una robusta dose di liberalizzazioni, come promesso dal premier, e non è escluso, come chiede il Pd che ha già ottenuto la retromarcia del ministro del lavoro Elsa Fornero sulla revisione dell’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori, qualche passo indietro anche sulle pensioni.

Damiano, retromarcia sulle pensioni
Questo ha chiesto ieri il responsabile lavoro del Pd, Cesare Damiano, forte dei dati dell’Inps che dimostrano come, con il sistema della finestra mobile introdotto di recente, nei primi 11 mesi del 2011 i pensionamenti siano calati del 30%, per un totale di oltre 90.000 trattamenti in meno. Quei risparmi, secondo Damiano e non soltanto, dovrebbero essere utilizzati per «cancellare le penalizzazioni per i lavoratori che hanno versato 42 anni di contributi e intendono andare in pensione prima dei 62 anni di età», per dare la possibilità, a chi «si è licenziato con la previsione di andare a riposo nel 2012 o nel 2013, di accedere alla pensione con le vecchie regole» e per correggere lo scalone di 6 anni per i lavoratori nati negli anni Cinquanta.

Correzioni con le parti sociali
Un tema, quello della previdenza, sul quale il Pd, che pure sostiene il governo Monti, è del tutto d’accordo con i sindacati, Cgil, Cisl e Uil in prima linea, che a Natale hanno organizzato un presidio a Montecitorio per convincere il governo a discutere con le parti sociali gli interventi correttivi. Non è un caso che ieri, oltre a Damiano, il responsabile economico (un po’ isolato nel partito a dire il vero, ma non in questo caso) Stefano Fassina abbia chiesto che la fase due dell’attività di governo si concentri sulla riforma del sistema degli ammortizzatori sociali, con l’obiettivo di «proteggere i precari che attualmente sono scoperti e i dipendenti più anziani che perdono il lavoro e sono lontani dalla pensione».

Frequenze tv, infrastrutture e liberalizzazioni
Tutte correzioni costose, che potranno però essere finanziate, secondo Fassina, anche con l’asta delle frequenze digitali tv richiesta dal Pd al governo già in occasione dell’ultimo colloquio tra Monti e il segretario Pier Luigi Bersani. Ma il capitolo sul quale il premier, che è pronto a intervenire anche per accelerare gli investimenti in infrastrutture, intende cambiare passo dopo l’esclusione di taxi e farmacie, è quello delle liberalizzazioni. Il Pdl, però, attraverso il presidente Silvio Berlusconi e i capigruppo del Pdl di camera e senato, Fabrizio Cicchitto e Maurizio Gasparri, ha già avvertito Monti che l’apertura alla concorrenza dovrà riguardare soprattutto i servizi pubblici locali e l’energia», senza colpire le professioni.

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