Legge di stabilità, stop alla retroattività delle detrazioni

Via libera della Commissione finanze della Camera alla legge di stabilità ma con riserva. Il parere sul disegno di legge espresso ieri è, infatti, condizionato all’abolizione delle norme che prevedono che già dalla dichiarazione sui redditi 2012 siano previsti tagli alle detrazioni e deduzioni, con un “tetto” fissato a 3mila euro. Tra le altre osservazioni c’è la richiesta di stralciare le norme sulle pensioni di guerra, quella di lasciare al 4% l’Iva per le cooperative sociali e una risistemazione della Tobin Tax.
Il parere è inoltre accompagnato da una serie di osservazioni con le quali si invita il Governo ad adottare tutte le misure utili per evitare l’innalzamento dell’Iva, specificare l’ambito di attuabilità delle agevolazioni per l’incremento della produttività del lavoro, definire meglio il concetto di riconducibilità per l’applicazione delle franchigie per evitare di creare incertezze e, conseguentemente, l’insorgere di contenziosi fiscali.

La Commissione affari sociali della Camera ha votato ieri all’unanimità un emendamento alla legge di stabilità che cancella il taglio di 600 milioni per la sanità nel 2013, coperto con tagli lineari ai ministeri. Sulla proposta, che ora dovrà essere esaminata dalla Commissione bilancio, il Governo si era rimesso all’Aula.
Destinare 400 dei 900 milioni del fondo di Palazzo Chigi al Fondo per la non autosufficienza, altri 450 per quello per le politiche sociali e quello che rimane per promuovere il servizio civile e l’accoglienza dei minori stranieri non accompagnati. Lo prevedono emendamenti approvati dalla Commissione affari sociali della Camera alla legge di stabilità, che ha anche bocciato l’Irpef sulle pensioni degli invalidi di guerra e l’aumento dell’Iva per le cooperative sociali. La parola ora passa alla Bilancio.

Via libera della Commissione affari costituzionali della Camera alla legge di stabilità ma con alcuni paletti. I deputati hanno dato il loro assenso a “condizione” che siano “assicurate congrue risorse per il settore sicurezza, con particolare riguardo ai fondi necessari per un superamento anche parziale del blocco del turn over”. Inoltre, i deputati evidenziano la necessità di “chiarire” come il limite fissato alle detrazioni si applichi a “ipotesi non esplicitamente prese in considerazione”.

No di Confindustria al contributo di soidarietà
Si è dichiarata contraria al contributo di solidarietà del 3% sui redditi sopra i 150 mila euro Confindustria: “è iniquo, si aggiunge ad un prelievo analogo ancora in essere [previsto dal decreto salva-Italia n.d.r.] e colpisce una fascia della popolazione che è l’unica che spende minacciando ulteriormente i consumi”, ha affermato ieri il Vicepresidente di Confindustria Aurelio Regina, ospite a RadioAnch’io su Radio1 Rai.
L’emendamento alla legge di stabilità, su cui il Governo aveva espresso parere negativo “per ragioni di coperture finanziarie”, è stato invece approvato all’unanimità l’altro ieri in Commissione lavoro e tende a salvaguardare, nel biennio 2013-14, coloro che sono rimasti senza stipendio e senza pensione per effetto della riforma pensionistica. Non si tratta però di un emendamento già operativo nella legge di stabilità: dovrà infatti essere sottoposto all’esame della Commissione bilancio come tutti gli altri emendamenti alla legge di stabilità.
In particolare la norma, che amplia le garanzie per gli esodati riscrivendo le misure messe a punto dall’Esecutivo con la legge di stabilità, oltre al contributo di solidarietà del 3% sui redditi sopra i 150 mila euro, stabilisce che nel Fondo da 100 milioni previsto dal Governo confluiscano tutte le risorse stanziate per i lavoratori esodati, pari a 9 miliardi di euro. Inoltre prevede che eventuali risparmi all’interno di questo stanziamento restino a disposizione del Fondo e quindi dei lavoratori esodati. Le misure riguardano gli anni 2013 e 2014 e secondo delle stime informali avrebbero bisogno di circa 3 miliardi di coperture. I deputati hanno previsto anche una clausola di salvaguardia, vale a dire l’aumento delle accise sulle sigarette già potenzialmente previsto dal salva-Italia, qualora le risorse previste risultassero insufficienti.

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