Legge di stabilità, sì a più autonomia per le regioni

Questa mattina, alle ore 10 l’arrivo ufficiale della legge di stabilità 2014 alla Camera. Non pare ci siano ritardi nella presentazione della finanziaria a Montecitorio, che dunque rispetterà i tempi prefissati, diversamente da quanto accaduto al Senato, dove il protrarsi della discussione non aveva consentito di licenziare un testo definitivo entro il limite.
Così, dunque, viene a modificarsi il maxiemendamento su cui il Governo, peraltro, aveva posto la questione di fiducia, assicurandosi un’approvazione flash a Palazzo Madama per poi riesaminare il testo alla Camera.

Così, ecco che il testo arriva in aula modificato dalla Commissione bilancio della Camera presieduta da Francesco Boccia (Pd), con l’appoggio dalla Commissione finanze guidata, invece, dall’ex pidiellino (ora Forza Italia), Daniele Capezzone.

In particolare la Commissione bilancio della Camera ha approvato ieri un emendamento di Simonetta Rubinato (Pd), che impone al Governo di attivare le procedure per attribuire alle regioni l’autonomia differenziata, entro 60 giorni dal recepimento della richiesta.
L’articolo 116 della Costituzione (con la riforma del Titolo V del 2001) prevede la possibilità che le Regioni a Statuto ordinario possono chiedere che lo Stato gli attribuisca “ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia”, riguardanti sia le materie di competenza concorrente tra Stato e Regioni, sia alcune materie di competenza esclusiva dello Stato (giudici di pace, istruzione, tutela dell’ambiente). L’attribuzione viene sancita da una legge dello Stato approvata dal Parlamento su iniziativa del governo. L’emendamento Rubinato stabilisce che “il Governo si attiva sulle iniziative delle Regioni presentate al Presidente del Consiglio dei ministri e al Ministro per gli affari regionali ai fini dell’intesa nel termine di 60 giorni dal ricevimento”. Questi nuova norma, precisa ancora l’emendamento, “si applica a partire dalle iniziative presentate prima dell’entrata in vigore della presente legge in applicazione del principio di continuità degli organi e delle funzioni. In tal caso, il suddetto termine decorre dall’entrata in vigore della presente legge”.

Inoltre è stato previsto da un emendamento del Pd un tetto di 300mila euro al cumulo di pensione e reddito nella pubblica amministrazione. Vale anche per i vitalizi ma non riguarda i contratti in essere.
Chi percepisce una pensione d’oro o un vitalizio di importo elevato, se lo vedrà sospeso se riceve un incarico pubblico per il quale viene retribuito. Su questo principio da inserire nella legge di stabilità maggioranza e Governo stanno lavorando in vista delle ripresa dei lavori della Commissione bilancio della Camera. L’ennesimo rinvio della seduta, dalle 12,30 alle 15,30, è dovuta alla necessità di mettere a punto gli emendamenti definitivi su una serie di punti delicati, uno dei quali è proprio questo divieto di cumulo. Su questa che è stata ribattezzata “norma Amato” (dal nome dell’ex premier ora giudice costituzionale) ci sono tre diversi emendamenti del Pd già presentati che pongono diverse soglie sull’entità della pensione d’oro che farebbe scattare la sospensione.

Le altre novità
Molte infine le novità dell’ultim’ora, sia in tema di lavoro che di pensioni, esodati e altri argomenti già toccati alla versione del testo uscita dal Senato, ora riveduti in una versione che sembra piacere maggiormente alle varie anime della maggioranza.

Tra le ultime integrazioni al testo in Commissione, c’è la conferma dell’aumento dell’imposta di bollo sui conti correnti, mentre quella sui conti titoli viene azzerata da 34,20 euro. Ne fanno le spese le aziende, le quali si troveranno a saldare un dovuto da 4.500 a 10mila euro. C’è, inoltre, l’aumento dell’imposta fissa sulle comunicazioni alla clientela su prodotti e strumenti finanziari, che peserà per il 2 per mille, rispetto all’attuale 1,5.
Sul fronte degli enti, viene concessa, in legge di stabilità, alle regioni la possibilità di stabilizzare personale sotto contratto a tempo determinato, senza, con ciò, attingere a finanziamenti statali, ma solo potendo contare sulle proprie forze. Parallelamente, viene concesso un allentamento del patto di stabilità a favore degli enti locali.

Buone nuove sul fronte Imu: niente interessi o sanzioni nell’eventualità in cui la seconda rata sia stata versata (entro lunedì scorso, termine ultimo) in maniera insufficiente. Il nuovo termine sarà il 24 gennaio 2014, data in cui andrà saldata anche la mini Imu per le prime case.

Sul lavoro viene incrementato il fondo finalizzato alla riduzione del taglio del cuneo fiscale grazie alle risorse in arrivo da evasione fiscale e spending review.

Sempre in ottica welfare, confermato il bonus bebè con un occhio di riguardo ai nuovi nati nel 2014. Alle forze dell’ordine in servizio al prossimo Expo 2015 a Milano, vengono destinati 147 milioni di euro.

Sul fronte sportivo nuova legge antievasione per contrastare le cifre versate in nero negli scambi relativi a calciatori professionisti e, in secondo luogo, viene confermata la legge sugli stadi, ma con il divieto di costruire nuovi impianti: si potrà essenzialmente ammodernare quelli già in funzione.

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