Legge di stabilità 2016, superato obbligo di ricorrere alle Cuc per piccoli comuni

Ha trovato conferma nel testo del d.d.l. sulla legge di stabilità (>> il testo presentato ieri al Senato), trasmesso in queste ore al Senato per l’avvio dell’iter parlamentare previsto, il superamento dell’obbligo di ricorrere alle Centrali uniche di committenza per gli acquisti di beni, servizi e lavori fino alla soglia di 40.000 euro anche per i comuni con meno di 10.000 abitanti.

Per scongiurare il rischio di ulteriori penalizzazioni e aumenti di costi dovuti al quadro normativo eccessivamente complesso che, in particolare nei piccoli comuni, rischia di ingessare il sistema di acquisizione, l’Anci aveva sostenuto con forza già nel decreto enti locali 78/2015 l’emendamento di esenzione dall’obbligo di ricorrere alla Cuc fino ad un valore di 40.000 euro, per tutti i comuni, anche quelli inferiori a 10.000 abitanti.

La novità interessa ben 6.814 comuni e l’Anci auspica venga confermata anche nell’approvazione definitiva della legge di stabilità.

Resta ancora irrisolto il problema del disallineamento  temporale (circa due mesi) in assenza di una proroga al gennaio 2016 – o comunque alla data di entrata in vigore della legge di stabilità – del termine di entrata in vigore – attualmente fissato al 1° novembre 2015 – per l’obbligo di centralizzazione degli acquisti. L’Anci sta lavorando per risolvere questa “sovrapposizione” nel corso dell’iter parlamentare.

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