Le mille Italie della raccolta rifiuti

Fonte: Il Sole 24 Ore

Incertezza e caos regnano sulle scadenze fiscali sovrapposte di fine gennaio. Soprattutto se una di queste, quella per la maggiorazione Tares, è affidata all’invio di un bollettino da parte delle amministrazioni comunali e ognuna si muove in ordine sparso, con numerosi ritardi ed errori. C’è chi lamenta di non averlo mai ricevuto e chi di averlo ricevuto sbagliato.

Una settimana travagliata
Persino il sindaco di Milano, Giuliano Pisapia, la settimana scorsa ha confessato che l’ultimo bollettino ricevuto per il pagamento della Tares, anche il suo come quello di molti altri milanesi, riportava degli sbagli: gli venivano attribuite delle proprietà che non aveva. La realtà è che anche nei Comuni come Milano, dove i bollettini sono arrivati in tempo, si segnalano degli errori. A cui si sommano i ritardi di altre amministrazioni.

È così che nasce la confusione generale che sta generando in tutta Italia file agli sportelli comunali e ai Caf, e l’insofferenza dei cittadini. Senza contare le proteste di chi è alle prese con il pagamento della terza rata della Tares 2013, comprensiva della maggiorazione introdotta dalla manovra salva-Italia. Alcune città non hanno ancora provveduto alla riscossione. In altre i cittadini lamentano di non aver ricevuto ancora i modelli precompilati (bollettino postale o F24). A Roma, ad esempio, i sindacati segnalano l’invio di bollettini Tares con importi da versare pari anche a un euro, oppure F24 per il pagamento della maggiorazione Tares intestati a cittadini differenti dai destinatari delle cartelle. In tanti, infine, non hanno ancora ricevuto alcuna notifica. E in questo caso i ritardi non sempre incontrano cittadini attenti che sapranno porvi rimedio, anche se il Governo ha precisato mercoledì della scorsa settimana che non saranno applicate sanzioni nei casi in cui la richiesta di pagamento sia arrivata fuori tempo massimo per colpa degli enti locali e (come pare ragionevole ritenere) per disguidi di spedizione.

Le proteste dei consumatori
«Non è possibile che a pagare per l’inefficienza e la disorganizzazione siano i cittadini», hanno dichiarato in una comunicazione congiunta Federconsumatori e Adusbef. Nel caso della Tares anche il Codacons ha lamentato «l’incapacità dei Comuni di far arrivare in così breve tempo bollettini di pagamento debitamente compilati o più semplicemente a farli arrivare, visto che molti non li hanno ancora ricevuti con conseguenti bollettini pazzi e code interminabili agli sportelli».
In un solo giorno, presso l’ufficio comunale di via Capo d’Africa a Roma, a due passi dal Colosseo, la settimana scorsa sono stati registrati più di mille cittadini. Ciascuno con i suoi punti interrogativi. Cinquecento, invece, quelli che si sono rivolti allo sportello comunale di Ostia, sul litorale romano, tra chi vuole informazioni sul pagamento della Tares, chi paga e chi prende i moduli.
Tanto che Roma ha così deciso di potenziare gli uffici, dopo i disagi dei giorni scorsi con file, ressa e addirittura svenimenti di utenti in coda: l’Ama ha deciso di aumentare il numero degli addetti, passato da 12 a 16.

Gli sconti dei sindaci
Se il cocktail tra Imu, Iuc e Tares vi sembra già complicato, sappiate che l’autonomia delle amministrazioni comunali ha generato in più una vera e propria gara tra i Comuni a chi offre lo sconto più originale sulla tassa rifiuti. Il già complicato fisco sulla casa diventa un puzzle nazionale passando in rassegna le diverse agevolazioni stabilite dai singoli Comuni sulla Tares. C’è chi, come il Comune di Francofonte (Siracusa), “taglia” la tariffa sui rifiuti per chi adotta un cane in modo da risparmiare sugli ingenti costi dei canili comunali. Altri centri preferiscono andare incontro ad anziani e famiglie con disabili. A Pescara, invece, paga la metà chi ha un reddito incentrato esclusivamente su cassa integrazione, mobilità o disoccupazione e il 70% in meno chi ha perso il lavoro negli ultimi tre anni. Oppure a Grottammare (Ascoli Piceno) si è scelto di premiare le attività commerciali che decidono di togliere le videolottery con uno sconto del 30% sulla Tares. E non è una decisione isolata.
Più innovativi i Comuni che sperimentano il metodo «più rifiuti produci, più paghi». Ad Ariccia (Roma), ad esempio, ogni qual volta si mette fuori il contenitore questo viene svuotato: la parte variabile della tariffa si calcola in base agli svuotamenti. In pratica più espongo i contenitori, più ritirano i rifiuti, più si paga.
A Pisa invece la Tares è diventata una specie di raccolta punti: per sostenere la raccolta differenziata sono stati introdotti gli ecobonus, delle specie di punti che si ottengono in ragione della quantità di rifiuti differenziati da ciascuna famiglia, ma anche dalla loro tipologia. Ogni “ecopunto”, infatti, dà diritto a 1,5 centesimi di euro di sconto sulla Tares.

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