L’Ance: troppi tagli, risorse ridotte del 34%

Fonte: Il Sole 24 Ore

ROMA – Troppi tagli alle opere pubbliche e pochi ai costi della politica. L’associazione dei costruttori esamina in dettaglio la manovra finanziaria appena varata, e attacca a testa bassa l’esecutivo. «Ci avevano raccontato che tutto andava bene – ha detto il presidente dell’Ance, Paolo Buzzetti, incontrando i giornalisti dopo l’assemblea annuale a porte chiuse – e ora invece il Paese è costretto a subire questi rovesci». «I nostri associati – ha spiegato – sono in fermento. Aumenta la sensazione che la classe politica non sia in grado di dare risposta alla crisi, mentre intanto non vengono toccati gli spaventosi costi della politica. Noi condividiamo l’obiettivo del pareggio di bilancio al 2014, ma è anche necessario che sia finalmente avviata una vera stagione di crescita e sviluppo». L’Ance ha ricordato che molti Paesi europei hanno puntato sulle costruzioni per stimolare l’economia, primo fra tutti la Germania (+2,8% gli investimenti 2010 in costruzioni). «In Italia, invece – ha detto Buzzetti – le risorse statali per infrastrutture sono scese del 34% nel triennio 2009-2011. Così il paese arretra, e le nostre imprese chiudono». Negli ultimi tre anni il settore ha perso 350mila addetti (compreso l’indotto). Esaminando la manovra, l’Ufficio studi Ance evidenzia il forte irrigidimento del Patto di stabilità interno (-9,6 miliardi nel biennio 2013-2014), tagli che «non potranno che comprimere ulteriormente gli investimenti degli enti locali» e aumentare i ritardi nei pagamenti. Poi i tagli ai ministeri, pari a 1,5 miliardi nel 2012, 3,5 nel 2013, 5 nel 2014: i dettagli si conosceranno a fine anno, ma l’Ance sottolinea che i tagli si concentrano nei ministeri che più spendono in infrastrutture, l’Economia e lo Sviluppo Economico (Fas). Pesante per il settore sarà anche, secondo l’Ance, la norma sui residui: viene abbassato da tre a due anni il termine dopo il quale i residui passivi (somme impegnate ma non pagate) vanno in “perenzione”, bloccate in un fondo all’Economia. Ancora più pesante l’obbligo che le somme stanziate nel bilancio dello Stato in conto capitale siano impegnate entro lo stesso esercizio, pena la cancellazione. «Questo è incompatibile – spiega l’Ance – con i tempi dei programmi di opere pubbliche». Positivo è invece lo stanziamento di 4,93 miliardi di euro per le grandi opere, ma l’Ance sottolinea come per ora le risorse certe di cassa siano solo 1.550 milioni nei primi tre anni, mentre la stessa norma impone la revoca dei finanziamenti Cipe non ancora attivati. L’assemblea Ance di ieri ha intanto deciso di adottare per tutte le associazioni territoriali, al Nord come al Sud, il codice antimafia varato da Confindustria il 28 gennaio 2010. Gli associati saranno obbligati a denunciare all’Autorità giudiziaria pressioni o richieste di pizzo, con il supporto dell’Ance per non subire ritorsioni. Previste anche sospensioni dall’associazione per le imprese condannate non in via definitiva o sottoposte a misure cautelari per reati di mafia, e l’espulsione per le imprese condannate in via definitiva.

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