La sanità online: a che punto siamo?

“L’Europa sta affrontando una crisi di assistenza sanitaria a causa dell’invecchiamento della popolazione. Utilizzando al meglio la tecnologia digitale possiamo ridurre i costi, ridare il controllo al paziente, rendere più efficiente la sanità e aiutare i cittadini europei ad essere attivi nella società più a lungo”. Dobbiamo continuare a prendere il polso della situazione”, ha dichiarato Neelie Kroes.

Qual è la diagnosi?

Secondo due indagini svolte nelle unità ospedaliere di cura intensiva (dedicate cioè alle cure mediche o chirurgiche a breve termine) e tra i medici generici d’Europa, l’utilizzo della sanità online ha iniziato a prendere piede: il 60% dei medici generici utilizzava gli strumenti di assistenza sanitaria online nel 2013, con un aumento del 50% rispetto al 2007. Ma occorre fare molto di più.

Tra i principali dati che le indagini hanno messo in luce:

  1. i paesi nei quali si registra la maggiore diffusione della #sanità online sono la Danimarca (66%), l’Estonia (63%), la Svezia e la Finlandia (entrambe al 62%). I profili completi per paese sono disponibili qui.

  2. I servizi di sanità online sono ancora utilizzati perlopiù per la registrazione e la trasmissione tradizionale, anziché per scopi clinici, come le visite online (solo il 10% dei medici generici svolge visite online).

  3. In fatto di digitalizzazione delle cartelle cliniche dei pazienti, i Paesi Bassi si piazzano primi con una percentuale di digitalizzazione dell’83,2%; in seconda posizione troviamo la Danimarca (80,6%) e in terza il Regno Unito (80,5%).

  4. Tuttavia, appena il 9% degli ospedali in Europa permette ai pazienti di accedere online alla propria cartella clinica e la maggior parte di essi dà solo un accesso parziale.

  5. Quando adottano la sanità online, gli ospedali e i medici generici si scontrano con numerosi ostacoli che vanno dalla mancanza di interoperabilità alla mancanza di un quadro normativo e di risorse.

Nel commentare l’indagine, la Vicepresidente della Commissione @NeelieKroesEU ha dichiarato:

“Dobbiamo intervenire per cambiare la mentalità nel settore sanitario in tempo brevi. Il fatto che sei medici generici su dieci utilizzino gli strumenti di sanità online indica che incominciano a prenderci la mano, ma a noi serve un’impennata! È assurdo che appena il 9% degli ospedali in Europa permetta ai pazienti di accedere online alla propria cartella clinica. Auspico che i governi, gli innovatori nel campo dell’alta tecnologia, le compagnie di assicurazioni, le aziende farmaceutiche e gli ospedali uniscano le forze per dare vita a un sistema di assistenza sanitaria innovativo ed efficiente sotto il profilo dei costi, con maggiore controllo e trasparenza per il paziente.”

Il Commissario per la Salute, Tonio Borg, ha aggiunto: “Le soluzioni basate sulla sanità online possono portare a cure migliori per i pazienti e a sistemi sanitari più efficienti. Le indagini indicano che alcuni Stati membri sono chiaramente in testa nell’uso delle prescrizioni elettroniche e delle cartelle cliniche digitalizzate e possono essere fonte di ispirazione per gli altri. Mi aspetto che tutti gli Stati membri comprendano il potenziale delle soluzioni basate sulla sanità online e collaborino a tale riguardo nell’ambito della nostra rete europea di sanità online.”

Perché le lunghe attese?

Alla domanda sul perché non utilizzino di più i servizi di sanità online, i medici generici hanno addotto come motivo la scarsa remunerazione (79%), le conoscenze informatiche insufficienti (72%), la mancanza di interoperabilità dei sistemi (73%) e la mancanza di un quadro normativo sulla riservatezza per le comunicazioni per e-mail tra medico e paziente (71%).

Contesto

Gli studi hanno valutato l’utilizzazione degli strumenti e dei servizi digitali nella sanità: uso e accesso alle cartelle cliniche digitalizzate, telemedicina, scambio di informazioni tra professionisti, ecc. Questi servizi, se dispiegati pienamente, forniscono ai pazienti un’informazione più completa e li coinvolgono maggiormente nelle proprie cure sanitarie. Inoltre permettono un accesso migliore alla consulenza e all’assistenza sanitaria e migliorano l’efficienza dei sistemi sanitari nazionali.

Tra gli strumenti di sanità online si annoverano: a) le cartelle cliniche digitalizzate; b) lo scambio di informazioni sanitarie; c) la telemedicina e d) le cartelle sanitarie personali.

Scambio di informazioni sanitarie:

  1. Nell’Unione europea il 48% degli ospedali condivide per via elettronica alcune informazioni mediche con medici generici esterni e il 70% degli ospedali le condivide con operatori sanitari esterni. I migliori risultati si registrano in Danimarca, in Estonia, in Lussemburgo, nei Paesi Bassi e in Svezia (il 100% dei loro ospedali pratica lo scambio di informazioni ad un qualche livello).

  2. I medici generici fanno un uso limitato delle prescrizioni elettroniche e delle interazioni con i pazienti per e-mail (32% e 35% rispettivamente). I tre paesi in vetta alla classifica per le prescrizioni elettroniche sono l’Estonia (100%), la Croazia (99%) e la Svezia (97%), mentre per quanto riguarda l’uso dell’e-mail troviamo la Danimarca (100%), l’Estonia (70%) e l’Italia (62%).

  3. Meno dell’8% degli ospedali dell’UE condivide informazioni mediche per via elettronica con operatori sanitari stabiliti in altri paesi dell’UE.

Telemedicina

Appena il 9% degli ospedali offre ai pazienti la possibilità di essere seguiti a distanza, il che ridurrebbe la necessità di degenze in ospedale, permettendo così ai pazienti di vivere autonomamente in condizioni di maggiore sicurezza. Meno del 10% dei medici generici svolge visite online con i pazienti e meno del 16% consulta altri specialisti medici online.

(Fonte: Commissione europea)

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