La revisione straordinaria delle partecipate pubbliche

di PAOLA MORIGI

La Sezione autonomie della Corte dei conti nella adunanza  del 19 luglio scorso ha approvato, in materia di revisione straordinaria delle società partecipate pubbliche (prevista dall’art. 24 del d.lgs. 19 agosto 2016, n. 175), le Linee di indirizzo, al fine di consentire agli Enti locali che dovranno approvare l’atto deliberativo in materia entro il prossimo 30 settembre 2017 di avere a disposizione i necessari riferimenti informativi e i criteri di esame che guideranno l’operato dell’organo preposto al controllo contabile. Va anche ricordato che la revisione straordinaria delle partecipate sarà la base di riferimento per la revisione periodica,  prevista dall’art. 20 del d.lgs. 175/2016, da effettuarsi annualmente entro il 31 dicembre.

Partecipate: a che titolo interviene su questa materia la Corte dei conti?

La risposta al quesito la ritroviamo, oltre che nelle premesse della deliberazione n. 19/SEZAUT/2017/INPR, anche nell’art. 30  della l. 30 ottobre 2014, n. 161 che ha previsto un preciso ruolo di monitoraggio (che si concretizza in richiesta di dati economici e patrimoniali agli enti e alle loro partecipate) da parte della Corte dei conti sulle amministrazioni pubbliche al fine di consentire il rispetto di quella salvaguardia degli equilibri di bilancio imposti dalla normativa nazionale e da quella comunitaria. Anche il d.l. 10 ottobre 2012, n. 174 nella parte dedicata all’esercizio delle funzioni di controllo, andando a riformulare una serie di articoli del T.U. per gli Enti locali, aveva previsto questo ruolo. E del resto la Corte dei conti collabora fattivamente con i collegi dei revisori degli enti locali e con il Ministero dell’economia, col quale ha stilato un preciso Protocollo d’intesa il 25 maggio 2016 teso ad evitare agli enti locali doppie rilevazioni sul tema delle partecipate.
L’argomento in esame ha trovato un preciso riferimento nel piano di revisione operativo stilato nel marzo del 2015, in ottemperanza a quanto previsto dalla l. 23 dicembre 2014, n. 190. E proprio la eterogeneità dei diversi piani presentati nel corso del 2015(1) ha indotto la Sezione autonomie della Corte dei conti a stilare le Linee di indirizzo, al fine di consentire agli enti locali di disporre di un quadro di riferimento uniforme per poter operare.

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