La protesta corre sulla rete e intasa le mail di Brunetta & co

La piazza ormai, non fa più notizia. Lo hanno capito quelli della Uil-Federazione poteri locali, che hanno deciso di sperimentare una nuova forma di protesta, contro la manovra, molto più invadente e incisiva. E, soprattutto, molto più visibile, specialmente da coloro che materialmente la manovra l’hanno scritta, cioè i ministeri. La protesta si è mossa via e-mail: da via Lucullo sono partite oltre 240 mila cartoline on-line e sono finite nelle caselle di posta elettronica della presidenza del consiglio, del ministero dell’economia, della pubblica amministrazione, del lavoro e su quelle dei capigruppo di camera e senato. Tutte mail di protesta vera, vidimate, che sono transitate dal sito web della Uil-Fpl e reinviate ai vari ministeri. «Sono state oltre 240.000 le cartoline on-line di protesta, tutte certificate, confluite sul nostro sito e ritrasmesse al presidente del consiglio, al ministro Brunetta, Sacconi , Tremonti e ai capigruppo di Camera e Senato», ha spiegato Giovanni Torluccio, Segretario Generale della Uil-Fpl in merito all’iniziativa portata avanti ieri dalla propria categoria. «Ci è stata data conferma che le e-mail di ministeri, capigruppo di Camera e Senato sono state totalmente sommerse dalle nostre cartoline, creando forti disagi ed umori tutt’altro che sereni. Il nostro obiettivo è stato raggiunto». La Uil Fpl, insomma, non ha mandato giù le misure della manovra. E minaccia un bis di protesta, se sarà necessario. «La finanziaria appena approvata al Senato dimostra che il dipendente pubblico continua a fungere da bancomat nei momenti di crisi. Blocco del rinnovo dei contratti e della contrattazione decentrata sono le peggiori risposte che questo governo poteva proporre per ridare efficienza alla pubblica amministrazione». I dipendenti delle regioni, che hanno risposto in massa alla protesta, ora partiranno con le denunce. «Da oggi parte la nostra seconda campagna. Denunceremo, su segnalazione dei nostri iscritti e di semplici cittadini, qualsiasi spreco all’interno degli Enti pubblici e delle Aziende Sanitarie. È ora che la politica inizi ad aprire gli occhi e tagliare sulle vere fonti di sperpero e spreco, che continuano ad agevolare gli amici degli amici. Ciò a dimostrazione che il nostro sindacato non vuole essere complice del sistema, ma che combatte in prima linea per riportare la funzionalità, la legalità e l’efficienza nella pa».

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