Imu, Grilli mette in mora i comuni

Fonte: Italia Oggi

Nessuna proroga, almeno per il momento, del saldo Imu in scadenza il 17 dicembre. A chiudere definitivamente la porta all’ipotesi di uno slittamento al 31 dicembre è stato il ministro dell’economia, Vittorio Grilli, che ha replicato in modo tranchant all’allarme lanciato dalla consulta dei Centri di assistenza fiscale (Caf) sui ritardi accumulati dai comuni nella trasmissione al Mef delle delibere con le aliquote. «Le scadenze sono quelle previste e restano tali, altrimenti si metterebbero a rischio gli obiettivi di deficit», ha dichiarato il numero uno di Via XX Settembre a margine dell’inaugurazione dell’ufficio dell’Agenzia delle entrate de L’Aquila.

Il problema nasce dal fatto che i comuni hanno tempo fino a domani, 31 ottobre, per approvare le aliquote definitive (il dl 174 all’esame del parlamento ha fatto coincidere la dead line con il termine per l’approvazione dei bilanci comunali 2012) ma la legge dà poi ai sindaci 30 giorni ulteriori per caricare le delibere sul sito del dipartimento delle finanze in modo da renderle disponibili alla consultazione dei contribuenti e dei professionisti.

Se gli enti ritardatari, che hanno atteso fino all’ultimo per approvare le aliquote definitive su cui si pagherà il saldo di dicembre (l’acconto di giugno è stato infatti pagato prendendo come riferimento le aliquote base) decidessero tutti di sfruttare al massimo la finestra di 30 giorni per trasmettere le delibere, inevitabilmente si porrebbe più di un problema per cittadini e Caf in quanto le decisioni dei sindaci sarebbero pienamente conoscibili solo dal 30 novembre, ossia appena 17 giorni prima della scadenza del saldo.

Di qui l’appello ai sindaci a usare il buon senso. «Spero che i comuni facciano presto. Lo stato ha fatto un pezzo, ora sta ai comuni farne un altro».

Non tutti i primi cittadini però hanno fissato l’entità dell’Imu al fotofinish. A Milano, per esempio, il consiglio comunale ha approvato le aliquote a maggio e la collaborazione con i Caf va a gonfie vele, tanto che oltre 2.000 milanesi over 70 si sono rivolti ai 65 Caf convenzionati con palazzo Marino per la compilazione a costi ridotti del modello di pagamento, mentre 74.400 residenti hanno ricevuto direttamente a casa il fac-simile dell’F24 già compilato e oltre 10.000 si sono rivolti al call center per chiedere informazioni. Numeri che ieri il comune di Milano ha rivendicato con orgoglio per smentire ufficialmente l’esistenza di un «problema Imu» almeno sotto la Madonnina.

Ma non è solo il saldo a creare incertezze agli operatori. Il modello di dichiarazione Imu infatti non ha ancora visto la luce, nonostante manchi un mese alla scadenza del termine per la presentazione (slittato dal 30 settembre al 30 novembre sempre per effetto del decreto salva-enti).

Per il varo definitivo dovrebbe essere questione di giorni. L’arrivo in Gazzetta è atteso per questa settimana e potrebbe anche essere preceduto da una pubblicazione «informale» sul sito delle Finanze per agevolare i contribuenti.

La consultazione pubblica sulla bozza di modello del Mef si è conclusa il 17 ottobre e ora è tempo di tirare le somme.

I tecnici delle finanze stanno passando al setaccio in queste ore le osservazioni dei comuni e degli operatori per valutare quali e quante potranno essere recepite nella dichiarazione definitiva. Che comunque riguarderà una platea modesta di soggetti. Non dovrà presentarla chi non ha cambiato la propria situazione immobiliare rispetto all’ultima dichiarazione Ici. Ma anche chi ha comprato o venduto casa con un atto che sia stato trasmesso telematicamente dal notaio ai pubblici registri sarà esonerato dalla dichiarazione.

Chi invece ha modificato il proprio patrimonio di recente dovrà presentare la dichiarazione entro 90 giorni «dalla data in cui il possesso degli immobili ha avuto inizio o sono intervenute variazioni rilevanti ai fini della determinazione dell’imposta». Così recita il decreto Salva-Italia, ma è evidente come si tratti di un termine impossibile da rispettare visto che a un mese dalla scadenza il modello non c’è ancora. Secondo i Caf però la finestra temporale di 90 giorni va garantita comunque ai contribuenti perché non si può ritenere che decorra il termine di legge in assenza del modello per l’adempimento dell’obbligo.

Ecco perché, qualora il modello dovesse essere emanato nei prossimi giorni, sarebbe più corretto, a giudizio dei Caf, concedere a tutti i contribuenti che devono presentare la dichiarazione 90 giorni di tempo con decorrenza dalla data di pubblicazione in G.U. della dichiarazione e delle relative istruzioni.

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