Imu agricola, proroga al 30 ottobre

Fonte: Il Sole 24 Ore

Un decreto legge sugli enti locali avrebbe potuto trascurare il tema eterno dell’Imu agricola? La commissione Bilancio del Senato non ha mancato l’occasione di reintervenire, e ha approvato un emendamento che sposta al 30 ottobre la possibilità di pagare l’acconto Imu sui terreni senza sanzioni e interessi. In attesa della sua abolizione promessa nel piano taglia-tasse da Renzi, e del deposito delle sentenze del Tar Lazio (finora sono state pubblicate solo due pronunce di improcedibilità, relative a Comuni esclusi dalla tassazione che quindi avevano rinunciato alla battaglia), l’Imu dei terreni resta quindi al centro delle attenzioni del legislatore. A giustificare l’intervento potrebbe essere ancora una volta il caos prodotto dalla giostra dei criteri per distinguere terreni imponibili e zone esenti, ma l’emendamento offre una seconda chance a tutti, anche ai proprietari di terreni in Comuni di pianura dove l’imposta si paga da sempre.

Per una proroga che arriva, un’altra (abituale negli anni scorsi) sembra tramontare definitivamente: il termine per chiudere i preventivi dei Comuni resta fissato al 30 giugno, fedele all’indicazione del Governo di non toccare più nulla dopo il rinvio al 30 settembre della scadenza per Province e Città metropolitane.

Sconvocata la seduta notturna di ieri, i passaggi chiave del provvedimento prima dell’esame dell’Aula (ora previsto per lunedì) sono in programma per oggi, quando verranno esaminati gli emendamenti governativi che prevedono la soluzione ponte per i dirigenti delle agenzie fiscali, traducono in legge l’intesa sui tagli da 2,35 miliardi alla sanità (si veda l’articolo a fianco), introducono le sanzioni a carico delle Regioni in ritardo con l’attuazione della riforma Delrio (dovranno finanziare le funzioni non fondamentali rimaste alle Province) e danno qualche aiuto alle Città metropolitane.

Nel frattempo, la commissione ha introdotto anche per Province e Città metropolitane la possibilità di condividere segretari in convenzione, ha esteso la possibilità del ripiano trentennale dei disavanzi anche alle Regioni che avevano già attuato il riaccertamento dei residui prima delle nuove regole e, soprattutto, ha depotenziato una norma taglia-partecipate. Si tratta della regola che prevedeva la «cessazione» automatica delle partecipate «non strettamente necessarie» alle finalità istituzionali degli enti proprietari: la tagliola, scritta fin dal 2007, dopo una serie di rinvii sarebbe scattata entro fine anno, ma l’emendamento approvato prevede che la partecipazione possa essere mantenuta, se previsto nel piano di razionalizzazione, e che comunque a decidere su cessioni e chiusure sia l’assemblea dei soci.

La commissione si è poi preoccupata di salvare gli affidamenti diretti del Cineca, il consorzio vigilato dal Miur che gestisce i database universitari, bocciati qualche settimana fa dal Consiglio di Stato. Un ricco capitolo di correttivi è dedicato alle zone terremotate, e inserisce Soa e autocertificazione al posto della certificazione antimafia per le imprese impegnate nella ricostruzione in Abruzzo, e per l’Emilia-Romagna estende a fine 2017 lo stato di emergenza e ridefinisce le regole per le zone franche urbane per le mini-imprese (un ordine del giorno ne proporrà l’estensione alle aree colpite in Lombardia e Veneto). Un altro emendamento stabilisce infine che in caso di locazione finanziaria la tassa automobilistica è a carico dell’utilizzatore, il cui luogo di residenza decide la destinazione del gettito.

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