Il Tar Lazio boccia il rincaro dei pedaggi sulle autostrade

Fonte: Il Sole 24 Ore

ROMA – Stop al caro pedaggi. Il Tar del Lazio ha sospeso ieri la norma della manovra che ha disposto l’introduzione di un pedaggio sui raccordi stradali e autostradali dell’Anas e, in attesa che siano realizzati caselli su queste arterie, ha imposto una sovratariffa da pagare nelle stazioni autostradali limitrofe alle arterie interessate fra cui il raccordo anulare e l’autostrada Roma- Fiumicino. Il giudice amministrativo ha sostenuto che al pagamento deve corrispondere un servizio, e dunque l’utilizzo di un’infrastruttura, e non può trattarsi di una mera tassa. I giudici della prima sezione, presieduta da Linda Sandulli, hanno accolto i ricorsi contro l’aumento dei pedaggi in 9 barriere autostradali del territorio romano presentati dalla provincia di Roma, supportata da 41 comuni del territorio provinciale, dal comune di Fiano Romano, dalla provincia di Pescara e dal Codacons. «Il provvedimento impugnato – si legge nelle ordinanze – per essere coerente con la finalità enunciata deve assumere il carattere di corrispettivo per l’utilizzo di una infrastruttura; al contrario, tale carattere non appare sussistente in alcune delle ipotesi evidenziate, vale a dire in tutte quelle che prevedono il pagamento del pedaggio in relazione a uno svincolo stradale non necessario e non interessato dalla fruizione dell’infrastruttura». Dal 1° luglio gli automobilisti che transitavano in entrata o in uscita dai nove caselli autostradali intorno alla capitale, pagavano dai 20 centesimi a un euro in più per le auto, fino a 2 euro per i camion. A passaggio. Un conto giornaliero per un pendolare da un minimo di 40 centesimi in più fino a 2 euro, che aveva spinto molti pendolari a manifestare dinanzi ai caselli che avevano attivato il caro-pedaggi. Con tanto di raccolta di firme, anche on line. Il pedaggio si pagava ai caselli delle autostrade in concessione che si interconnettono con i raccordi autostradali gestiti direttamente dell’Anas. Per il presidente della provincia di Roma Nicola Zingaretti «è stata evitata un’ingiustizia, cioè che a pagare la festa siano sempre gli stessi, soprattutto chi la festa non l’ha mai fatta». Forte la reazione del viceministro alle Infrastrutture e Trasporti, Roberto Castelli. «La sentenza del Tar del Lazio è l’ennesima dimostrazione del caos che regna in un Paese in cui chiunque può bloccare le decisioni del governo». Per Castelli «la sentenza mette a repentaglio la credibilità di tutti i piani economico-finanziari delle grandi infrastrutture realizzate in finanza di progetto quali Brebemi, Pedemontana, Tem, Cecina- Civitavecchia e ribadisce per l’ennesima volta l’incertezza del sistema Paese, che è la causa fondamentale dei mancati investimenti internazionali in Italia». Attaccando la «Costituzione ipergarantista», ha poi esortato il ministro Tremonti a varare «una norma di legge, contro la quale fortunatamente il Tar non può nulla, visto che le previsioni di estrema necessità e urgenza sussistono tutte». Canta vittoria, invece, il capogruppo del Pd in commissione Trasporti alla Camera, Michele Meta, per la «prima clamorosa bocciatura» della manovra economica. Esulta il Codacons, che era intervenuto dinanzi al Tar Lazio a fianco della provincia di Roma, che chiede la restituzione agli automobilisti delle maggiori somme pagate, interessi compresi. «Il Tar – spiega il presidente Carlo Rienzi – ha accolto totalmente la tesi del Codacons» secondo cui «solo chi usufruisce di un servizio deve pagare per il servizio medesimo » . Per il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, è «un importante segnale che ci consente di rivedere il provvedimento in modo da scaricare le necessità finanziarie del Governo sui margini di profitto della Società Autostrade e non sugli utenti e in particolare i pendolari che devono pagare quotidianamente il pedaggio». Ora l’auspicio dell’associazione di consumatori Adiconsum è che «la sospensione decisa dalla I sezione del Tar del Lazio diventi sentenza».

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