Il federalismo si prende più tempo

Un disegno di legge ad hoc per prorogare la legge delega che introduce il federalismo fiscale sarà presentato dal Governo dopo il 23 marzo, giorno in cui è previsto il voto sul decreto di attuazione della riforma che riguarda le regioni. Ieri infatti l’ufficio di presidenza della bicameralina presieduta da Enrico La Loggia ha deciso di chiedere una proroga dei termini di scadenza per il decreto che riguarda le regioni e che doveva essere licenziato domani. Il voto finale al parere sul decreto di attuazione del federalismo è stato comunque stabilito per il 23 marzo prossimo e non si utilizzeranno tutti i venti giorni di tempo previsti dalla proroga. Dopo, arriverà il d.d.l. di proroga della delega. Il presidente La Loggia si farà carico di formalizzare la richiesta di rinvio della commissione bicamerale ai presidenti di Camera e Senato. Durante la riunione di ieri si è anche deciso il calendario delle due prossime settimane: si prosegue oggi con la discussione generale sul provvedimento. La prossima settimana si punta al lavoro tecnico-politico dei relatori per giungere alla definizione dei pareri. Previsto per il 16 sera il deposito di questi. Lunedì e martedì successivi la commissione si potrà dunque confrontare sul testo, perché non si esclude che ci siano i margini per arrivare ad un parere unico. Per il 23 mattina il voto sugli emendamenti. Quindi la richiesta alla Ragioneria della relazione tecnica e la sera le dichiarazioni di voto e il voto finale.
L’orientamento è che nel caso in cui il parere di maggioranza e quello di minoranza (relatori Corsaro e Boccia) avessero buona parte di elementi in comune, si potrebbe votare per parti separate. Un altro orientamento sarebbe quello di anticipare il lavoro sul decreto che riguarda la perequazione infrastrutturale in scadenza per i primi di aprile. Oggi dovrebbero essere infatti nominati i relatori in modo che si possa iniziare il lavoro sul piano tecnico, anticipando qualche audizione in merito al provvedimento in parallelo con l’esame del testo sul federalismo regionale da parte della commissione.
“Il mio obiettivo è un parere condiviso”, ha auspicato, il Ministro per la semplificazione Roberto Calderoli, che sul federalismo regionale e le proposte di modifica avanzate dal Pd, aggiunge: “I temi li sapevo, alcuni sono condivisibili ma lasciatemi il tempo di leggerli bene”. Sulla richiesta di proroga dei termini per approvare il decreto di attuazione della riforma che riguarda le Regioni, osserva: “Abbiamo posto come esigenza assoluta che ci sia comunque un termine perché diversamente avremmo bisogno di una proroga per il decreto successivo”. Quindi sottolinea: sul federalismo regionale “il parere in commissione bilancio del senato è passato con 18 voti favorevoli. È di buon auspicio”. E anche Massimo Corsaro, vicecapogruppo Pdl alla Camera e relatore di maggioranza sul federalismo regionale, è ottimista sulla possibilità che si possa arrivare ad un parere condiviso con l’opposizione sul decreto in materia di fisco regionale e sanità. “Credo che il barometro volga al bello”, osserva Corsaro, sottolineando la proroga di 20 giorni dei lavori affinché “nelle prossime due settimane i relatori di maggioranza e minoranza possano concordemente provare a redigere un parere, con l’auspicio di validare un unico testo condiviso”. Quanto alle richieste delle Regioni sul finanziamento del trasporto pubblico locale e sulla maggiore flessibilità del patto di stabilità, Corsaro aggiunge: “Non ho dubbi che nel corso del lavoro della Bicamerale si giunga ad un’intesa”. Le richieste delle Autonomie, sottolinea, “non necessariamente rientreranno nel decreto che stiamo esaminando, credo ci siano diversi altri strumenti per accoglierle”.
Giungono intanto le critiche dell’ex ministro delle finanze Vincenzo Visco. “Il federalismo fiscale mi sembra più un fatto di propaganda politica più che di sostanza reale”. Parlando con i giornalisti a margine del convegno di Siena su ipotesi di riforma fiscale, Visco ha sottolineato che “il federalismo fiscale in Italia già c’era e l’avevamo fatto noi tanti anni fa con la riforma del 1997 in cui ogni livello di governo aveva le sue imposte, le sue addizionali, le sue compartecipazioni. Dopo questi livelli di autonomia sono stati ridotti. Pensiamo all’Ici o ad altre imposte locali che sono state ridimensionate. Adesso agli enti locali vengono date le stesse risorse con la possibilità di aumentare le aliquote sui cittadini. Quindi sostanzialmente – aggiunge – stesse risorse, più tasse per i cittadini. Questo il succo della riforma del federalismo fiscale che viene fatto, mentre la parte importante,quella riguardante i trasferimenti, la spesa , l’efficienza, ancora non si sa se andrà o no avanti”. Visco parlando delle difficoltà delle famiglie italiane che stanno consumando i loro risparmi ha aggiunto che “siamo in una fase di declino accelerato di impoverimento della popolazione perché questo è un paese che non cresce più, che non investe più, che lavora poco e male e dove la gente non rispetta le leggi. Un paese ad alto tasso di corruzione e di evasione fiscale , con un sacco di mafia e criminalità organizzata. Un paese del genere non va lontano. Insomma siamo arrivati al nocciolo del problema”.
Si sblocca intanto l’impasse sul federalismo demaniale, a diversi mesi dall’approvazione del decreto legislativo in materia. E i comuni ‘strappano’ altri duemila immobili circa che dal demanio saranno trasferiti agli enti locali. È il risultato del tavolo di confronto presso il Ministero degliaffari regionali, alla presenza dei Ministri Calderoli, Bossi e Fitto, secondo quanto riferito da Roberto Reggi, vicepresidente Anci con delega per le infrastrutture. “Finalmente – ha detto ieri al termine dell’incontro con i ministri – sull’elenco black list dei beni eslcusi si aprirà un tavolo di confronto per riportare nella white list i beni disponibili d’interesse per i comuni”. Si tratta di circa duemila beni tra pregio e difesa, oggetto in parte di accordi territoriali ancora in corso. Questi accordi ora si considerano superati, secondo quanto garantito da Calderoli, ha riferito Reggi. I beni disponibili per i comuni salgono così a 14mila. I comuni daranno un’intesa condizionata il 24 marzo.

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