Il federalismo mette in gioco fondi non usati per le strutture

La sanità inefficiente – Il cattivo governo degli enti pubblici

Il Sole 24 Ore
8 Aprile 2011
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Con i costi standard del federalismo fiscale sono rimaste (quasi) a bocca asciutta. Chiedevano per la distribuzione delle risorse il riconoscimento della “deprivazione”, cioè delle più sfavorevoli condizioni socio-economiche che inciderebbero sui maggiori costi sanitari sopportati. In poche parole: va bene l’efficienza, d’accordo (ma non troppo) sui costi standard. Ma garantiteci più denari. Non è andata esattamente così per le Regioni del Sud. Anche se poi – aspettando i costi standard che in prima battuta verranno sperimentati nel 2013 sulla base dei bilanci di quest’anno – qualcosa i governatori del Mezzogiorno l’hanno spuntata: la possibilità di compensare le carenze strutturali (ma non solo loro: anche per le piccole isole o le aree montane più disagiate) che incidono sui costi delle prestazioni. Carenze strutturali che terranno conto d’indicatori socio-economici e ambientali da costruire. Ma attenzione, precisa il decreto sui costi standard: prima d’incassare altri fondi, chi avrà riconosciuto il deficit d’infrastrutture dovrà usare quelle risorse per l’edilizia sanitaria messe in moto ormai 33 anni fa con la Finanziaria per il 1988. Risorse che proprio al Sud sono rimaste nei cassetti: niente progetti, scarso utilizzo di fondi. Spreco, insomma. E ulteriore decadimento di un patrimonio edilizio e tecnologico sanitario già di per sé arretrato. Salvo vantare il record degli ospedali fantasma: quelli avviati e mai terminati. Decine e decine di strutture, alcune risalenti anche alla gloriosa ex Cassa per il Mezzogiorno. Centinaia di miliardi di lire dell’epoca. Da mercoledì prossimo, intanto, i governatori del Sud riaprono lo scontro per la distribuzione dei 106 miliardi per il 2011, ancora in cassaforte perché non ripartiti. Anche qui chiedono la “deprivazione”: ma non l’avranno, è sicuro. Come ormai da anni, se ci sarà accordo si cercheranno compensazioni tra le Regioni per cercare di pareggiare i conti, se mai fosse possibile. Fatto sta che proprio in questi giorni l’emergenza immigrazione – che porta costi sanitari in più – ha riaperto la discussione. E il Sud, che sta dando di più per fronteggiare l’esodo dall’Africa, potrebbe farsi forte di questa generosità che altre Regioni, anzitutto quelle a trazione leghista, non stanno dimostrando.

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