Ieri l’avvio della Conferenza permanente per il Coordinamento della finanza pubblica

Apprezzamento per l’insediamento della Conferenza permanente per il Coordinamento della finanza pubblica è stato espresso ieri dal Presidente dell’Anci Piero Fassino al termine della sua prima riunione, al Ministero per gli affari regionali e le autonomie.
“Nel corso di questa prima riunione – ha spiegato – abbiamo avviato il confronto su una serie di temi fondamentali per la vita delle amministrazioni comunali, a partire dalla individuazione dei criteri cui dovrebbe ispirarsi la nuova service tax e dal come si intende flessibilizzare il Patto di stabilità”.
“Come Anci, ma queste stesse posizioni sono state espresse dalle Regioni e dalle Province – aggiunge – abbiamo ribadito come sia necessario da ora in avanti che ogni provvedimento sia figlio di una condivisione e concertazione preventiva, lasciandoci definitivamente alle spalle un metodo per cui prima il Governo decretava e poi con noi si discuteva del come correggere le decisioni assunte. Condividere e concertare fin dall’inizio consente di prendere i provvedimenti con maggiore cognizione di causa e garantire poi una maggiore efficacia nella loro attuazione”.

Alla luce dei timori sollevati dalla riduzione del Patto di stabilità contenuta nella c.d. manovrina approvata l’altro ieri in C.d.M., Anci ha ribadito alcune richieste in tema di finanza locale:

  1. per noi è questione assolutamente irrinunciabile che nel 2014 non ci siano ulteriori tagli di trasferimenti nelle risorse che lo Stato mette a disposizione dei comuni. Questo perché veniamo da 12 anni di continui tagli (fino al decreto di ieri sera) e siamo giunti ad un punto limite oltre il quale la riduzione delle risorse a disposizione dei comuni mette in discussione la possibilità di erogare fondamentali servizi ai nostri cittadini. Riteniamo quindi che ciò che è stato erogato nel 2013 debba essere la base di partenza nella definizione dei flussi finanziari tra Stato e Comuni;
  2.  per ciò che riguarda il Patto di stabilità ribadiamo l’assoluta necessità di allentarlo nella duplice direzione di superarne l’applicazione per i comuni con meno di 5.000 abitanti e di allentarlo in termini orizzontali, ovvero che si riduca l’ammontare globale che viene richiesto con il Patto di stabilità ai comuni (quest’anno 4 miliardi e mezzo), riducendolo di una quantità che dobbiamo convenire consentendo così ad ogni comune di avere maggiori spazi per le sue politiche di investimento;
  3. per ciò che riguarda la service tax ribadiamo che occorre sia ispirata a criteri di equità fiscale e che sia sostenibile da persone, famiglie e imprese: il che significa che vanno congegnati meccanismi finanziari che consentano di essere certi – ha concluso il Presidente Anci – che la service tax offrirà ai contribuenti un vantaggio fiscale rispetto alla somma di Imu e Tares”.

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