Dopo il lungo incontro di ieri fra governo e parti sociali, il ministro del Lavoro Elsa Fornero torna sul tema, puntualizzando alcuni aspetti: come il fatto che nel documento presentato ai sindacati, e che sarà presto «distribuito», l’idea del contratto unico «non c’è, non è scritta: possiamo discuterne in modo civile e ordinato». A sottolinearlo è lo stesso ministro, durante la presentazione di un rapporto Ocse sulla disuguaglianza all’Istat.
Fornero ha affrontato anche il tema della «numerosità» dei contratti presenti nel mercato del lavoro e del suo funzionamento. «Siamo contenti – ha chiesto – di come funziona? La risposta è no, perché esclude anziché includere, segmenta, tratta in maniera eccessivamente differenziata diverse categorie di persone» e di fatto «scarica» i costi derivanti dalla crisi e dalle conseguenti ristrutturazioni «sui segmenti deboli del mercato, cioè i giovani, le donne, i lavoratori anziani».
A tale proposito il ministro si è detta «molto colpita nel constatare che in Italia un lavoratore di poco più di 50 anni sia considerato perso per il mercato del lavoro». E dunque, spiega, «i contratti che ci servono li teniamo, quelli che non ci servono li togliamo. Ci sono anche degli abusi» come gli 8 milioni di partite Iva che anche in un Paese «con molta inventiva, forse nascondono una realtà occupazionale che vorremmo vedere alzata di qualità».
E dunque in tema di contratti «l’idea del contratto unico non c’è, non è scritta nel documento: possiamo discuterne in maniera civile e ordinata». Quanto alla flessibilità, «c’è in entrata e in uscita» e sotto quest’ultimo aspetto «ce l’avevamo per mandare in pensione la gente giovane: ma con la riforma del sistema pensionistico non può più essere usata come ammortizzatore sociale», ha sottolineato il ministro.
«E’ stato detto che la Fornero vuole eliminare la cassa integrazione straordinaria. Non è scritto nel documento che voglia eliminare la cig, non lo so, vedremo, ne parleremo con i sindacati», ha detto poi il ministro.
«Tutto è contestabile, tutto è discutibile, ma vi prego di credere che questo governo, che non ha appartenenza a gruppi o a partiti, potrá fare tantissimi errori, ma ha un solo riferimento: il Paese e il suo futuro», ha concluso il ministro. Che più tardi, a margine della sua audizione in Commissione Affari Costituzionale del Senato, ha detto che il 2012 sarà un anno «molto difficile. Non potremo fare grande innovazione».
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