Fiducia sul fisco municipale

Il Governo chiederà in Parlamento la fiducia sul decreto sul federalismo municipale. Lo ha annunciato il Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, sottolineando che il consiglio dei ministri ha approvato le osservazioni che l’esecutivo presenterà alle camere per sbloccare il provvedimento. Il Governo porrà la fiducia alla Camera, ma non al Senato, sul federalismo. “In Parlamento – ha detto Berlusconi – presentiamo anche i provvedimenti sul federalismo. Abbiamo deciso oggi in consiglio dei ministri la posizione della fiducia. Porremo la fiducia alla Camera e non la porremo al Senato, quindi siamo assolutamente tranquilli di avere una maggioranza che ci consente di governare”. “La maggioranza sta aumentando di volta in volta – ha detto Berlusconi – abbiamo già fatto otto a zero nei confronti dell’opposizione anche se si sono messi tutti quanti insieme contro di noi tradendo il voto degli elettori. Non voglio più fare polemica politica ma tutti vedono la situazione”. Il governo ha definito e approvato “le osservazioni sul federalismo municipale” che “saranno trasmesse al Parlamento nella relazione del Governo” che sbloccherà l’iter del provvedimento, ha aggiunto il Ministro della semplificazione, Roberto Calderoli, nella conferenza stampa a Palazzo Chigi. Calderoli ha affermato che ora prenderà subito contatti con i presidenti delle Camere per stabilire la calendarizzazione della relazione del governo e chiudere la partita in un paio di mesi. Due mesi per portare a casa il federalismo, come dice Calderoli? “Condivido in pieno. E anche sulla Bicameralina, sulla necessita’ di riequilibrare le presenze all’interno della commissione, Calderoli ha ragione”, ha detto il ministro dell’Interno, Roberto Maroni rispondendo al volo alle domande dei giornalisti entrando in Aula al Senato dove ha riferito sulla situazione dei flussi immigratori d  extracomunitari e sul click day.
E mentre la Confedilizia auspica che il governo provveda sollecitamente alla trasmissione alle Camere del nuovo testo sul federalismo municipale con le osservazioni approvate ieri mattina dal Consiglio dei ministri, affinché il provvedimento in questione – che prevede l’introduzione sin dal 2011 della cedolare secca sugli affitti – sia varato in tempo perché i locatori che intendono optare per l’applicazione del nuovo regime fiscale possano farlo già ai fini del versamento degli acconti relativi ai redditi 2011 nonché ai fini dell’imposta di registro, a supportare ulteriormente l’iter della riforma ci ha pensato il Ministro Umberto Bossi che nel pomeriggio di ieri si è recato al Quirinale insieme con Calderoli per illustrare al presidente Napolitano come l’esecutivo intende dare seguito alla mancata promulgazione del decreto. “Si è svolto un lungo e cordiale incontro tra il Presidente della Repubblica Napolitano e i Ministri Bossi e Calderoli. Durante il colloquio si è discusso del tragitto previsto per il federalismo fiscale che li vedrà riferire alle Camere a partire dalla prossima settimana”, ha reso noto l’ufficio stampa del ministro Bossi.
E ora l’attenzione si sposta anche sulla nuova questione del fisco regionale. Alla vigilia dell’avvio del dibattito in Commissione Bicamerale per l’Attuazione del Federalismo Fiscale del decreto legislativo relativo all’autonomia di entrata delle Regioni e alla determinazione dei costi e dei fabbisogni standard nel settore sanitario “è opportuno richiamare quanto previsto nell’intesa che sul provvedimento le Regioni hanno espresso il 16 dicembre 2010”, ha dichiarato il Presidente della Conferenza delle Regioni, Vasco Errani. “In quel testo – ha proseguito Errani – è scritto che ‘le Regioni hanno evidenziato che l’intesa è stata conseguita anche alla luce degli impegni assunti a seguito dell’Accordo politico raggiunto con il Governo’. Ad oggi – ha concluso Errani – la Conferenza delle Regioni è in attesa, nonostante le diverse e ripetute rassicurazioni del Governo, che l’Esecutivo traduca in norme quanto stabilito nell’Accordo-Regioni del 16 dicembre 2010. E tale Accordo è fondamentale perché cambia alcuni riferimenti finanziari su cui si basa lo stesso federalismo fiscale”.

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