Federalberghi, l’imposta di soggiorno è un’arlecchinata che mette in crisi il turismo

È un grido d’allarme quello che arriva dalla 33a Assemblea generale di  Federalberghi, che si è conclusa domenica scorsa a Sorrento, e uno dei motivi sarebbe proprio la tassa di soggiorno.

“Il turismo italiano soffre, penalizzato dall’imposta di soggiorno, da un crollo dei margini operativi e da un’emorragia continua di lavoratori per tenere i bilanci in equilibrio”, ha affermato il presidente della federazione Bernabò Bocca nel corso dell’assemblea, chiedendo anche un Ministero per il turismo con portafoglio e la facilitazione dei visti turistici dai Paesi Brics. Riguardo all’imposta turistica “serve un serio e articolato ripensamento dell’applicazione della tassa di soggiorno… per superare l’arlecchinata della sua istituzione e l’assoluta e fantasiosa varietà di importi ed esenzioni che ogni comune ha deliberato col risultato di sembrare più un rompicapo che delle burocratiche istruzioni per l’uso”, ha detto Bocca.

Allo stato attuale, come rileva Federalberghi, l’imposta di soggiorno è applicata, da 467 comuni, equivalenti a circa il 50 per cento della ricettività nazionale.
Nel 2012 le entrate derivanti dall’imposta di soggiorno, per i comuni, ammontano a 173 milioni di euro, mentre per il 2013 si prevede che salgano a 250 milioni.

I NUMERI DELLA CRISI

È di -4,7% il numero dei lavoratori registrato nel primo trimestre del 2013(rispetto allo stesso periodo del 2012).

Nel 2012 il dato finale è stato pari al -3%. Quindi un drastico peggioramento in linea tendenziale.

Nel dettaglio i lavoratori a tempo indeterminato sono diminuiti, nel primo trimestre 2013, del 3,8% e quelli a tempo determinato sono crollati del 6,1%.

Quanto all’andamento dei pernottamenti del primo trimestre 2013 gli italianifanno segnare un -4,4% e gli stranieri un timido +3,7% per una flessione complessiva dell’1%.

Il saldo tra nuove aperture e chiusure di imprese ricettive nel 2012 ha prodotto un risultato pari a -811 unità.

IL RevPAR (fatturato per camera) nel 2012 ha fatto segnare nel resto d’Europa un +4,8% ed in Italia un -1,2%, aprendo un gap pari al 6% complessivo.

Il turismo italiano produce annualmente 114 miliardi di Euro di consumi, dei quali 30 miliardi di Euro da parte della componente straniera.

Ogni anno in Italia si registrano 375 milioni di pernottamenti, dei quali 250milioni negli alberghi.

L’imposta di soggiorno al momento è stata applicata da 467 Comuni che tuttavia equivalgono a quasi il 50% della ricettività nazionale.

Nel 2012 le entrate per i Comuni, derivanti dall’imposta di soggiorno, ammontano a 173 milioni di Euro, mentre per il 2013 si prevede che salgano addirittura a 250 milioni di Euro.

Tali importi costituiscono mediamente il 5% delle entrate tributarie dei Comuni e vanno a colmare buchi di bilancio, non venendo reinvestiti per migliorare la turisticità delle località medesime.

Dotare infine i nostri Consolati ed Ambasciate di sportelli dedicati per accelerare e facilitare il rilascio dei visti turistici soprattutto nei Paesi BRICS (Brasile, Russia, India, Cina, Sud Africa), a forte capacità di spesa e propensione ai viaggi, potrebbe produrre risultati di incrementi che stando ai più recenti studi del WTTC (World Travel & Tourism Council) andrebbero dal +5% al + 25% di arrivi e conseguenti pernottamenti.

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