«Fare chiarezza sugli imbullonati»

Fonte: Il Sole 24 Ore

Serve chiarezza sulla tassazione degli immobili fissati al suolo (i cosiddetti “imbullonati”) e sui quali si paga Imu in quanto finiscono per far parte del valore dell’immobile aumentandone la rendita catastale. Una situazione ampiamente denunciata dal Sole 24 Ore (si vedano gli articoli dell’8, 9 e 10 aprile scorso) e sulla quale la presidenza del Consiglio si era impegnata a trovare una rapida soluzione; di fatto si tratta di individuare i requisiti in base ai quali i macchinari possono essere definiti un tutt’uno con l’immobile (e quindi entrare nel meccanismo di attribuzione della rendita catastale e incidere sull’Imu) e quali invece, essendo mobili e spostabili, non sono soggetti all’imposizione. E, soprattutto, far cessare la discrezionalità degli uffici territoriali che tassano a macchia di leopardo sul territorio, creando disparità di trattamento fiscale tra imprese che usano apparecchiature del tutto simili.

Adesso a chiedere di «giungere rapidamente a un chiarimento sulla definizione di bene immobile riferito a macchinari e impianti ai fini dell’applicazione dell’Imu» sono i vicepresidenti del gruppo Pd alla Camera, Silvia Fregolent e Andrea Martella, con un’interrogazione in commissione Finanze ai ministri dell’Economia e dello Sviluppo economico a cui doveva essere data risposta ieri ma ciò non è avvenuto causa la cancellazione del question time. «Con la vicenda dell’Imu sui beni “imbullonati” – spiegano Martella e Fregolent – siamo in presenza di un’incomprensibile vicenda burocratica che rischia di danneggiare il sistema delle imprese nel momento in cui si intravedono importanti segnali di ripresa dell’economia».
Infatti, come denunciato a gran voce dell’imprese e anche da Confindustria nazionale, l’assoggettamento all’Imu dei macchinari “imbullonati” a terra negli impianti industriali porterebbe a un incremento esponenziale delle rendite catastali e a un conseguente aggravio del livello di tassazione a carico delle imprese che, in alcuni casi verificati nel distretto emiliano delle ceramiche, porterebbero al raddoppio dell’Imu da versare.

Nell’interrogazione, peraltro, si ricorda che a inizio anno la Cassazione ha dato ragione al fisco asserendo che la smontabilità della macchina non è un requisito indispensabile affinché un impianto sia considerato mobile, spiegando che ai fini fiscali va anche considerato l’apporto del macchinario in relazione alla valorizzazione dell’immobile. Secondo Fregolent e Martella «è assolutamente urgente che venga fatta chiarezza rispetto a quale impianto va considerato mobile e quale immobile, nonché su quali devono essere le caratteristiche che lo rendano assoggettabile a bene immobile, questo per dare certezza al diritto tributario e alle imprese».

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