Esuberi Province, nota della Funzione pubblica: chi fa da sè fa per tre!

Domandona del secolo: i più di 20 mila (ma ce ne sono 8 mila attivi nei centri per l’impiego che confluiranno Agenzia Nazionale per l’Occupazione prevista dalla delega lavoro) esuberi Province che fine faranno?

Ieri, 31 marzo, non si è fatto nulla di quello che si doveva fare per tempo – operazione mobilità per i dipendenti considerati eccedenti, con pubblicazione ufficiale delle liste – ma almeno la Funzione Pubblica ha diffuso una nota importante, recante nell’oggetto “questioni in materia di ricollocazione del personale delle province e delle città metropolitane“.

Nella nota si spiega che gli elenchi degli esuberi possono essere adottati dalle Province “nell’esercizio della propria autonomia, anche nei casi in cui le Regioni nicchiano e gli osservatori locali per l’attuazione della legge Delrio viaggiano a scartamento ridotto. 

Cosa significa? Che gli elenchi degli esuberi Province sono indispensabili per far lavorare la piattaforma per la mobilità appena messa online dal Governo per incrociare domanda e offerta di lavoro pubblico e quindi è fondamentale che contengano nomi e informazioni necessarie per elaborare le graduatorie.

In ogni caso, la ricollocazione degli esuberi Province subirà uno slittamento, a parte Toscana, Liguria e Umbria, dove si è ottemperato per tempo. La Funzione pubblica, in quella nota di cui parlavamo, precisa che a tutte le parti interessate – Upi, Anci, Regioni e ministero dell’Economia – di essere pronta “ad acquisire l’elenco nominativo del personale degli enti di area vasta (le nuove province, ndr) interessato ai processi di mobilità”.

C’è però parecchia confusione sui costi del ricollocamento degli esuberi Province: chi li sosterrà? Il provvedimento governativo risponde in realtà a un’istanza delle province per consentire i trasferimenti del personale senza spese per gli stessi enti.

Non a caso nella nota viene chiarito che la riduzione della spesa corrente, secondo quanto disposto dalla legge di stabilità, “non comporta trasferimento di risorse finanziarie“. Infine, l’annuncio di decreto imminente che “definirà anche le procedure di svolgimento dei processi di mobilità che saranno gestiti dall’apposito portale“, “per la compilazione di informazioni necessarie per elaborare, sempre informaticamente, eventuali graduatorie“.

Il finale è dedicato agli stipendi degli esuberati nella loro nuova funzione. La riforma (comma 96, lettera a della legge Delrio) garantisce che il passaggio a un altro ente non intaccherà il “trattamento economico fondamentale e accessorio” del personale interessato ma nel caso dei dirigenti, chiarisce la nota, la retribuzione di posizione da mantenere sarà quella prevista dai contratti nazionali, mentre saranno escluse dalla garanzia “eventuali maggiorazioni riconducibili ad atti organizzativi interni”.

LA NOTA INTEGRALE DEL MINISTERO DELLA FUNZIONE PUBBLICA

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