Elezioni in autunno: il Governo prepara il piano

Fonte: La Repubblica

Collegato alla legge elettorale, praticamente una sua appendice, e al voto anticipato a settembre-ottobre, il governo Gentiloni pensa a un decreto sull’Iva. È l’unica soluzione per evitare che l’eventuale esercizio provvisorio, figlio di un Parlamento frammentato e senza maggioranza, conduca dritti dritti all’applicazione della clausole di salvaguardia, che sono già legge dello Stato. Scattano il primo gennaio del nuovo anno e portano l’imposta sul valore aggiunto dal 10 per cento al 13 per i beni di largo consumo e dal 22 al 25 per cento per gli altri beni. Totale della stangata: 19,6 miliardi. Il decreto sarebbe chiamato a evitare che l’Iva aumenti automaticamente. Lo farebbe rinviando di tre mesi, al 1 aprile, le clausole, in attesa che nelle Camere si formi una maggioranza stabile e trovi una possibile alternativa.
L’idea del decreto è il segno che anche a Palazzo Chigi e a Via XX settembre, la sede del ministero dell’Economia, si fanno i conti (pubblici) con il calendario in mano e la data delle elezioni segnata in una domenica autunnale. Si cercano perciò delle vie d’uscita all’intreccio tra le urne e la legge di bilancio, che per l’Italia non è mai una passeggiata. Pesa la zavorra del debito pubblico e del rapporto tra deficit e Pil: non siamo cioè nella situazione della Germania che, come dice Giulio Tremonti, “se fotocopia il bilancio dello scorso anno, la commissione europea dice ok e anche i mercati stanno buoni”.

Lo stesso decreto sull’Iva serve a rimandare una decisione cruciale affidandola alla nuova legislatura, ma non darebbe molta sicurezza ai mercati. Le clausole infatti sono la garanzia per Bruxelles e per le Borse della solvibilità italiana…

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