Meglio soprassedere. E aspettare che il padre della riforma che ha dato ai dirigenti pubblici poteri simili a quelli dei manager privati, ovvero il ministro della funzione pubblica, Renato Brunetta, dica chiaramente come ci si deve comportare. Fino a quel momento, i dirigenti scolastici non potranno fare di testa loro nella gestione delle scuole, in particolare nell’assegnazione degli insegnanti alle classi e nell’organizzazione degli orari. Lo stop è arrivato ieri, con una nota del ministro dell’istruzione, Mariastella Gelmini, inviata ai direttori scolastici regionali. Obiettivo: gettare acqua sul fuoco delle polemiche che stanno divampando sul territorio. Nello stesso giorno in cui sempre la Gelmini, alla premiazione dell’Anp del docente dell’anno, diceva: ««Il dirigente deve avere gli strumenti, i poteri per poter svolgere al meglio una funzione di indirizzo, di coordinamento, di guida di una scuola». Ad innescare la querelle tra insegnanti e dirigenti, il comportamento messo in atto da alcuni presidi che, alla luce del decreto 150/ 2009, hanno iniziato a gestire il lavoro in modo autonomo, senza più tenere conto dei contratti che in materia sono stati sottoscritti. Così buttando dalla finestra la prassi che finora ha imposto ai presidi di acquisire, sull’assegnazione alle classi, prima la delibera del consiglio di istituto e poi il parere del collegio dei docenti. E, sull’orario di lezione, la mediazione tra i desiderata dei prof, senza fare nessun atto di imperio. L’esercizio dei nuovi poteri ha evidentemente scosso un ambiente abituato alla concertazione più che alle decisioni calate dall’alto. Alla fine la Gelmini ha mediato. «Le innovazione introdotte dal decreto legislativo n. 150 del 2009 sul riparto di competenze fra la fonte legale e quella negoziale comportano la necessità di approfondire i delicati riflessi, soprattutto sul versante della organizzazione e gestione del personale scolastico», si legge nella nota, che ha rinviato la questione direttamente a Brunetta. Nel frattempo, per garantire il regolare avvio dell’anno scolastico, è opportuno che «le procedure di utilizzo del personale scolastico si svolgano nel quadro normativo e contrattuale di riferimento attualmente vigente».
E la Gelmini stoppa i suoi dirigenti sceriffo
Niente decisioni autonome alla Brunetta, si deve trattare con i prof
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