Durc retrodatato alle imprese

Fonte: Italia Oggi

Retrodatare il Documento unico di regolarità contributiva (Durc) al momento della certificazione del credito. Dare la possibilità quindi alle imprese, di potere ottenere una rimessioni in termini, al fine di ottenere il Durc, necessario per partecipare alle gare di appalto. Questa una delle proposte di emendamento, che confluirà all’interno della relazione che oggi sarà esposta da Giovanni Legnini (Pd) e Maurizio Bernardo (Pdl), relatori alla camera dei deputati in merito al decreto pagamenti.

Scade oggi alle 13,00 il termine per proporre gli emendamenti al decreto 35/2013.

Al fine di andare incontro alle esigenze delle imprese in crisi, i due relatori, presenteranno la proposta per modificare i termini per ottenere il Durc. All’ottenimento del Documento unico di regolarità contributiva, è infatti subordinata la possibilità per le imprese, di partecipare alle gare d’appalto. Se la richiesta venisse avallata, le imprese, una volta ottenuta la certificazione del credito nei confronti della pubblica amministrazione, potrebbero entrare in possesso del Durc direttamente nel momento in cui inoltrano la richiesta per ottenere la compensazione. Questo permetterebbe alle imprese di risultare idonee ai fini del Durc, non al momento dell’effettiva compensazione debito credito, che comporterebbe il mantenere una posizione di irregolarità fino al momento dell’effettivo pagamento, ma bensì nel momento stesso in cui la richiesta di compensazione viene inoltrata. «Una vera e propria rimessione in termini quindi», sottolinea Giovanni Legnini «volta ad andare incontro alle esigenze delle imprese in crisi, che non sono riuscite ad adempiere agli oneri tributari».

Compensazioni.

Parallelamente alle questione Durc, saranno presentate altre due proposte. La prima riguarderà la possibilità di semplificare la procedura per ottenere la certificazione del credito, senza la quale non è possibile ottenere né la compensazione effettiva, né il Durc. Un ripensamento quindi, della procedura di controllo sull’accreditamento delle imprese e degli enti. La seconda avrà ad oggetto la possibilità di ampliare la compensazione anche ai debiti fiscali, così come richiesto a più riprese, in sede di audizione, dai rappresentanti delle varie categorie e associazioni (si veda ItaliaOggi del 17 aprile 2013). Ad oggi infatti, la compensazione con i con i debiti della pubblica amministrazione, è prevista solo in caso di accertamenti con adesione, inviti a comparire, acquiescenza, definizione sanzioni, conciliazioni giudiziali e mediazioni, emessi dalla Agenzia delle entrate, ed è invece esclusa con debiti ordinari, ravvedimenti operosi ed avvisi di irregolarità (si veda ItaliaOggi del 9 aprile 2013).

Patto di stabilità. In linea con quanto proposto in sede di audizione, in particolare dall’Associazione nazionale comuni italiani e dall’Unione province d’Italia, verrà anche avanzata una proposta per allentare il patto di stabilità per i comuni così detti virtuosi, ovvero quelli in linea con i pagamenti. «Un allentamento in questo senso», sottolinea Maurizio Bernardo, «sarà possibile solo nel momento in cui, l’allentamento dei vincoli del patto, non si traduca in una agevolazione per quei comuni che ancora non hanno pagato». A questo proposito, spiega Bernardo, «la proposta avanzata, sarà nel senso di prevedere un intervento correttivo, che non penalizzi, ma anzi agevoli, tutti i comuni che, col rischio di dovere essere assoggettati al Patto di stabilità, si sono adoperati per risultare adempienti».

Le scadenze. A seguito della scadenza di oggi alle 13,00 per la proposizione degli emendamenti, si svolgerà domani e giovedì alle 16,00 la disamina degli emendamenti presentati. Per la discussione in aula, della versione definitiva del decreto pagamenti sarà necessario attendere la settimana del 6 maggio.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *