Dichiarazione Imu verso il rinvio

Fonte: Italia Oggi

Proroga in vista per la dichiarazione Imu. Negli uffici delle Finanze prende sempre più corpo l’ipotesi di far slittare, molto probabilmente a fine anno, il termine per l’invio delle dichiarazioni fissato dal decreto salva-Italia (art. 13 comma 12-ter del dl 201/2011) al 30 settembre prossimo (che poi si sposta al 1° ottobre visto che il 30 settembre cade di domenica ndr).
All’origine del rinvio i ritardi accumulati nella predisposizione del nuovo modello dichiarativo e delle relative istruzioni che dovranno chiarire alcuni punti problematici della disciplina Imu, a cominciare dal trattamento dei fabbricati rurali. Secondo quanto risulta a ItaliaOggi il modello, dopo un iter estivo piuttosto travagliato, sarebbe in dirittura d’arrivo. Questione di giorni, insomma, ma in ogni caso fuori tempo massimo perché vedrebbe la luce troppo a ridosso del termine del 1° ottobre.
A favore della proroga militano, poi, ulteriori considerazioni. Anche ipotizzando un’approvazione lampo per il modello nei prossimi giorni, il termine per presentare la dichiarazione «sorpasserebbe» quello del 1° ottobre perché i contribuenti avrebbero sempre diritto ai 90 giorni di tempo (decorrenti «dalla data in cui il possesso degli immobili ha avuto inizio o sono intervenute variazioni rilevanti ai fini della determinazione dell’imposta») previsti dal salva-Italia. Questa finestra temporale va garantita in ogni caso anche perché, allo stato, non si può ritenere che decorra il termine di legge in assenza del modello per l’adempimento dell’obbligo. Peraltro, il decreto ministeriale dovrà specificare i casi in cui non sussiste più l’obbligo di presentare la dichiarazione, oltre quelli già conosciuti. Quindi, in mancanza del decreto, ai contribuenti verrebbe imposto un obbligo che si potrebbe rivelare inutile.
Ecco perché, qualora il modello dovesse essere emanato nei prossimi giorni, sarebbe più corretto concedere a tutti i contribuenti interessati il termine di 90 giorni con decorrenza dalla data di emanazione del decreto.
Non a caso la circolare di maggio sull’Imu (n. 3/Df) ha proprio preso in esame l’ipotesi di un immobile il cui presupposto per la presentazione della dichiarazione sia sorto, per esempio, il 31 agosto 2012. Secondo le Finanze il termine sarebbe comunque slittato al 29 novembre.
C’è poi il problema dei fabbricati rurali iscritti nel catasto dei terreni che, sempre ai sensi del dl 201, devono essere dichiarati al catasto edilizio urbano entro il 30 novembre 2012.
A oggi sono ancora moltissimi i fabbricati non dichiarati. Una proroga del termine per la dichiarazione Imu a fine 2012 consentirebbe agli interessati di completare la procedura di accatastamento e poi adempiere all’obbligo dichiarativo.
Com’è noto, la dichiarazione Ici vale anche per l’Imu. Quindi, i contribuenti che hanno già assolto l’obbligo non sono tenuti a ripresentare la dichiarazione, nonostante si tratti di un tributo diverso.
Il termine del 1° ottobre va rispettato da tutti i contribuenti (proprietari, usufruttuari e titolari di altri diritti reali) per i quali l’obbligo è sorto dall’inizio dell’anno.
C’è da dire che proprio la circolare ministeriale 3/2012 ha posto in evidenza come la lettura coordinata delle varie disposizioni di legge che disciplinano l’Imu faccia ritenere che probabilmente verranno ulteriormente ridotte le ipotesi in cui è richiesto di presentare la dichiarazione.
Il decreto del ministero dell’economia e delle finanze che approverà il nuovo modello dovrà infatti individuare anche i casi in cui ancora persiste l’obbligo. Del resto, già il decreto ministeriale del 23 aprile 2008 aveva esteso l’esclusione dell’obbligo dichiarativo per l’Ici oltre le ipotesi contemplate dall’articolo 37, comma 53 del dl 223/2006.
Direzione federalismo fiscale al canto del cigno. Intanto, con la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale di ieri (n. 205 del 3/9/2012) del decreto 5 luglio recante «Individuazione e attribuzioni degli Uffici di livello dirigenziale non generale dei Dipartimenti», si completa la riorganizzazione interna del ministero dell’economia e delle finanze. L’obiettivo di Vittorio Grilli è risparmiare. E, strano a dirsi, la prima direzione a farne le spese è proprio quella che in questi anni è stata più sugli scudi. La direzione federalismo fiscale, che quotidianamente si interfaccia con regioni ed enti locali sulle problematiche di fiscalità locale, verrà accorpata con la direzione legislazione tributaria diretta da Paolo Puglisi. Una decisione che di fatto ratifica una situazione già esistente visto che dopo Carlo Vaccari la direzione federalismo fiscale non aveva più avuto era stata affidata proprio all’interim di Puglisi.

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