Decreto enti locali, ieri il Comitato direttivo Anci. Tutte le richieste dei Comuni

“Il decreto enti locali in conversione al Senato, che puntiamo a portare a buon fine, sia la conclusione di una fase e l’inizio, con la prossima legge di stabilità, di una nuova stagione nei rapporti tra governo ed enti locali. Noi avanzeremo proposte, per arrivare ad un patto che consenta di condividere le politiche di finanza pubblica, le dinamiche della spesa, gli investimenti e gli assetti istituzionali che deriveranno dalla riforma costituzionale e dall’entrata in vigore della Delrio”. Lo ha detto il presidente dell’Anci Piero Fassino parlando con i giornalisti al termine del Comitato direttivo Anci svoltosi ieri mattina a Roma, una riunione convocata, tra l’altro, per riferire dello scenario in vista del decreto enti locali in corso di conversione al Senato.

Riferendo i contenuti della riunione, Fassino ha riferito lo stato di avanzamento della conversione del d.l. enti locali e in particolare degli emendamenti avanzati da Anci. “Innanzitutto – ha detto Fassino – esprimiamo apprezzamento per il fatto che per la prima volta dopo tanti anni c’è un decreto ad hoc per enti locali e al tempo stesso apprezziamo che nel decreto stesso siano contenute già oggi risposte a questioni poste dall’Anci”.

Nel momento in cui il decreto va in conversione, il presidente Anci ha elencato  le proposte dei sindaci che “ci auguriamo possano essere accolte. Per quanto riguarda le Città metropolitane ed enti di area vasta (vecchie Province n.d.r.) “essendo il 2015 un anno di transizione – ha sottolineato Fassino – abbiamo chiesto che queste siano liberate dall’obbligo di presentare il bilancio triennale 2015. 2016 e 2017 limitandosi al solo bilancio 2015 data la fase di transizione. Abbiamo poi chiesto che gli avanzi di esercizio 2014 possano essere conteggiati nei bilanci di Comuni, Città metropolitane e enti di area vasta in sede di bilancio preventivo e non soltanto a consuntivo”.

Inoltre è stato richiesto al governo di prevedere, come già previsto nel decreto per i Comuni, “che anche le città metropolitane e le vecchie province siano liberate dal devolvere il 10% derivante di proventi delle alienazioni immobiliari”.

Anci attende poi risposte sul versante dell’utilizzo di risorse della parte corrente dei bilanci nonché soluzioni per il superamento definitivo del Patto di stabilità che, ha sottolineato Fassino, “è la prima grande questione da affrontare”. In attesa di aprire una discussione strutturata sul tema, la richiesta nell’immediato è “incrementare gli spazi del Patto verticale incentivato ed escludere dai vincoli le risorse messe in campo su cofinanziamenti di progetti europei”.

L’Anci chiede, inoltre, di distribuire i 29 milioni di accantonamento del fondo perequativo 2014 per i piccoli Comuni maggiormente colpiti dal taglio e sempre per i Comuni di minor dimensione richiede la possibilità di evitare il ricorso alle centrali uniche di committenza per spese inferiori ai 20mila euro.

Restano comunque aperte altre questioni, dalla possibilità di utilizzare i 530 milioni del fondo perequativo Imu-Tasi ai fini degli obiettivi del Patto di stabilità, alle questioni legate al personale, fino a norme di “alleggerimento” per rendere meno farraginosa la nuova contabilità partita a gennaio di quest’anno; tutti temi che i sindaci hanno presentato sotto forma di emendamenti inviati al Senato e che attendono ora risposte in sede di conversione del decreto.

L’Anci, ha ancora riferito Fassino, ha proposto che le funzioni di Polizia provinciale che si concentrano su tematiche ambientali e idriche siano date alle Città e agli enti di area vasta, così come il percorso di mobilità di personale eccedente verso Regione e Stato sia attivabile anche per eventuali esuberi in società pubbliche controllate da Città metropolitana e enti di area vasta. “Abbiamo infine chiesto una riduzione ulteriore delle sanzioni per chi ha sforato il Patto di stabilità dal 3 all’1 % e che siano rimossi sia per le Città metropolitane  che per i Comuni i vincoli che oggi finalizzano la spesa e ci obbligano a utilizzare le risorse solo per determinate finalità”.

Su tutti questi punti, il presidente dell’Anci ha avuto un primo incontro con il governo tramite il viceministro De Vincenti e il sottosegretario Baretta, in cui “abbiamo verificato una buona disponibilità ad accogliere questo nostre proposte. Abbiamo convenuto – ha concluso Fassino – di passare ora ad un esame tecnico per trasformare, proposta per proposta, le nostre richieste in emendamenti al decreto”.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *