Debiti dei Comuni, tetto di spesa all’8%

Fonte: Il Sole 24 Ore

Tornano a crescere i limiti di indebitamento per gli enti locali, grazie a un emendamento approvato ieri in commissione al Senato al decreto «Iva e lavoro» (Dl 76/2013).

Il ritocco, presentato dai relatori Maria Grazia Gatti (Pd) e Salvatore Sciascia (Pdl), fa spostare in avanti di un anno la discesa dei limiti che bloccano la possibilità per le amministrazioni locali di accendere nuovi mutui, discesa avviata dalla legge di stabilità 2011 (articolo 2, comma 39 della legge 225/2010) e poi più volte ritoccata.

Il nuovo intervento, in pratica, porta dal 6 all’8% il rapporto massimo fra gli oneri di ammortamento e le entrate dei primi tre Titoli (tributi, trasferimenti e tariffe) del bilancio; il tetto del 6%, previsto per quest’anno, viene rinviato all’anno prossimo, e quello strutturale del 4% dovrebbe debuttare secondo il nuovo calendario a partire dal 2015.

Il parametro di calcolo rimane invariato, e chiede di sommare al numeratore gli oneri dei nuovi debiti a quelli già in corso, e di considerare al denominatore i dati di bilancio del penultimo anno precedente: quest’anno, dunque, valgono i numeri delle entrate scritti nei consuntivi del 2011.

L’emendamento nasce nel tentativo di ridare fiato alle possibilità di investimento degli enti locali, ma da solo non basta, perché senza interventi sul Patto di stabilità gli investimenti “riaperti” con la revisione dei limiti di debito rischiano di non potersi tradurre in pratica, e soprattutto in pagamenti effettivi.

Per il 2013, tutto lo sforzo si è concentrato sui bonus relativi al pagamento degli arretrati e al rapporto con le Regioni nel “Patto verticale” (su cui qualche amministrazione regionale ha fatto però mancare il proprio appoggio), mentre una revisione strutturale dei vincoli è stata annunciata dal ministro degli Affari regionali, Graziano Delrio, per la legge di stabilità, e guarderà al prossimo anno.

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