Nel mettere ordine sulle rilevazioni dell’inquinamento ambientale, il Dlgs 155 del 2010 fissa i paletti per una maggiore trasparenza sulla qualità dell’aria, riconoscendo il diritto dei cittadini (ma anche delle associazioni ambientaliste e dei consumatori) a essere informati sui rischi per la propria salute. I dati, quindi, non devono apparire sui cartelloni luminosi lungo le strade principali soltanto in caso di sforamento dei limiti, ma regolarmente. L’articolo 18 del decreto, infatti, obbliga le regioni e gli altri enti che si occupano della rilevazione a diffondere i dati relativi alla qualità dell’aria «in forma chiara e comprensibile». Per farlo si possono utilizzare tutti i mezzi, dal sito della regione ai giornali locali, purché sia a costo zero. Diversamente da quanto è accaduto fino a oggi, devono essere forniti i dati di media giornaliera di ozono e di media annuale per tutti gli altri inquinanti, dando conto dei superamenti dei valori limite, dei valori obiettivo, degli obiettivi a lungo termine, delle soglie di informazione e delle soglie di allarme. Inoltre, devono essere comunicati gli effetti dovuti ai superamenti dei limiti imposti dalla normativa. Una trasparenza che alcuni comuni, peraltro, già garantivano: «Abbiamo sempre informato la cittadinanza attraverso incontri pubblici e commissioni consiliari ? spiega Rossella Zadro, assessore all’ambiente del comune di Ferrara ? e pubblichiamo dati e provvedimenti come le giornate di chiusura al traffico sul sito internet del comune».
Dati sempre pubblicati su giornali, web e cartelli
Trasparenza
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