Dalle tartarughe agli eco-lavelli, i nuovi eco-progetti italiani co-finanziati dall’Ue con il programma Life+

Dai lavelli di cucina ‘verdi’ alla tutela delle tartarughe, ecco i nuovi eco-progetti italiani co-finanziati dall’Ue con il programma Life+. In tutto 52 iniziative per 106,9 milioni di euro di contributi, a favore della natura ma anche dell’eco-innovazione.
“La spinta al recupero dei materiali c’é un po’ in tutti i settori e oggi la sostenibilità ambientale viene molto apprezzata dai consumatori” spiega Sandro Bertini, presidente della Delta Srl, un’azienda marchigiana che con il progetto ‘Green sinks’ produrrà lavelli da cucina, usando polveri minerali provenienti da scarti di lavorazione e resina acrilica liquida rigenerata da oggetti, dai lampadari in plastica alle vasche da bagno, alle insegne luminose. Il lavello da cucina ‘verde’ costerà di più o di meno di quello tradizionale? “Sarà il progetto che ci potrà dire se è un prodotto con lo stesso prezzo” spiega Bertini.
L’Emilia-Romagna invece farà da capofila in Europa nell’innovazione del settore dell’agro-alimentare, con pacchetti sperimentati da anni di pratiche taglia emissioni di gas serra nelle colture intensive specializzate (pomodori, fagiolini, grano, pesche e pere) e nelle filiere di produzione di carne bovina e latte. Come? “Coinvolgendo quasi tutte le realtà produttive nell’agro-alimentare in regione, alcune con rilevanza nazionale” spiega il responsabile del progetto, Mario Montanari. “Lavoriamo su tutta la filiera, con azioni rivolte alla sensibilizzazione del consumatore: abbiamo come partner la Coop e imprese come Barilla e Granarolo”. L’obiettivo è ridurre le emissioni di 0,2 milioni di tonnellate di CO2 equivalente in tre anni. In Liguria invece il progetto LIFEEMYS nasce dopo anni di lavoro sulla conservazione e il reinserimento in natura di una specie locale di tartaruga palustre (Emys orbicularis ingauna) che si riteneva estinta, una sottospecie di quella europea.
“Ora abbiamo bisogno di bonificare l’area di Albenga e del Parco Magra dalle tartarughe ‘aliene’, cioè quelle che in genere vengono acquistate e poi abbandonate, ma che non appartengono a questo ambiente” spiega Claudia Gili, direttore scientifico dei servizi veterinari di Costa Edutainment, che gestisce l’acquario di Genova. Le tartarughe ‘straniere’ catturate andranno allo zoo di Pistoia, che insieme all’acquario di Genova si occuperà di sensibilizzare il pubblico sul problema. Mentre sull’isola di Tavolara in Sardegna il piano è quello di estirpare il ratto nero, che si nutre dei piccoli e delle uova della più grande popolazione di berta minore al mondo. “Si stima che l’isola ospiti fra 10mila e 13.500 coppie di questi uccelli, fedeli ai siti di riproduzione” spiega Giovanna Spano, assessore all’ambiente del comune di Olbia. Il progetto approvato da Life+ prevede poi il ‘contenimento’ delle capre selvatiche sull’isola tramite la loro adozione, ma anche iniziative di sensibilizzazione sulla diffusione del ‘fico degli Ottentotti’, una pianta grassa dai fiori colorati carina, ma “decisamente dannosa per le dune” afferma Spano.

(Fonte: Ansa)

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