Crescono i Comuni con lo sportello unico ma l’iter non decolla

Fonte: Il Sole 24 Ore

«Abbiamo dovuto cambiare mentalità e architettura organizzativa del sistema». Paola Bissi, capo area programmazione e sviluppo economico del Suap di Ravenna, sintetizza così la rivoluzione informatica degli sportelli unici attività produttive. Un lavoro reso ancora più complicato dalle procedure, tutte diverse tra loro, degli adempimenti amministrativi locali che riguardano le imprese. «Una nostra indagine – spiega Ferruccio Dardanello, presidente di Unioncamere – ne ha contate ben settemila. Insomma, come diceva Leo Longanesi, “il semplice è complicatissimo” e la semplificazione non si può fare con la bacchetta magica». Nonostante le difficoltà la macchina è partita e dal 29 marzo, nei contesti territoriali dotati di Suap telematico, si procede con la Scia (segnalazione certificata di inizio attività). Il bilancio di Infocamere aggiornato all’11 maggio registra più di tremila Suap comunali accreditati al Ministero dello Sviluppo economico e più di mille e seicento Suap in delega alle Camere di Commercio. Se si analizza però il numero di Scia inviate con Comunica dal 28 marzo – mille e seicento circa – ci si accorge di quanto sia ancora poco utilizzata la procedura informatica. Quali sono dunque le complessità che impediscono il decollo del sistema? «La possibilità di procedere ancora con i moduli cartacei – spiega Bissi – frena la crescita delle procedure online. In più, a parte le associazioni di categoria che hanno partecipato attivamente alla sperimentazione del sistema, l’ostacolo maggiore è rappresentato dalla ancora insufficiente preparazione tecnologica di imprese e professionisti». Criticità esterne, dunque, ma anche complessità di gestione del “passaggio”. «L’introduzione di un sistema telematico necessita di una riorganizzazione complessiva dell’Ente – prosegue Bissi -. Un cambio radicale di punto di osservazione: se un tempo si impostava il lavoro in base alle esigenze organizzative del-l’ufficio, adesso lo si fa partendo dalle esigenze dell’im-prenditore». Dal punto di vista informatico il Comune di Ravenna rappresenta una delle esperienze più significative. Già attivo online attraverso il portale People, infatti, ha lavorato alla mappatura di tutti i procedimenti che riguardavano le imprese, costruendo una “alberatura dei procedimenti” in base alla tipologia e all’evento di vita dell’impresa. In più ha coinvolto associazioni di categoria e professionisti per individuare le criticità del sistema e un progetto condiviso di miglioramento. Importante anche la sperimentazione della Camera di Commercio di Avellino. «L’autunno scorso – spiega Luca Perozzi, segretario generale dell’ente – abbiamo organizzato con dieci Comuni un gruppo di lavoro per standardizzare la modulistica degli Suap. Un lavoro che si è rivelato prezioso per la successiva sperimentazione del sistema informatico attivata con 42 Comuni. Basti ricordare che nonostante la nostra dimensione, nella trasmissione di Scia siamo stati secondi per numero di pratiche dopo Milano». La sperimentazione di Avellino, però, è andata oltre lo Suap. In attuazione di una direttiva comunitaria, infatti, la Camera di Commercio è, con Infocamere, la parte italiana del progetto Spocs: l’attivazione di uno Sportello unico di seconda generazione che consenta la costituzione telematica di imprese (di tre tipologie: mediazione mobiliare, viaggi e costruzioni) da un Paese Ue all’altro. Alla sperimentazione partecipano, oltre all’Italia, Austria, Germania, Polonia e Grecia. «Stiamo analizzando le normative per arrivare a una modulistica condivisa – aggiunge Perozzi – e a settembre realizzeremo un prototipo informatico». La strada non sarà in discesa anche perché, oltre alla disomogeneità delle procedure, fuori dai confini nazionali firma digitale e posta certificata non sono riconosciuti. Ad oggi, però, si può tracciare il bilancio di quanto fatto nel Paese. Attraverso il portale “impresainungiorno.gov.it” realizzato da InfoCamere, circa tremila e ottocento comuni hanno inoltrato al Ministero le attestazioni dei requisiti per poter iscrivere il proprio Suap all’elenco nazionale. L’elenco dei Suap è ora disponibile dalla prima pagina del portale e consente alle imprese di individuare il “punto unico di contatto” per avviare le pratiche. «Finora abbiamo fatto un tratto di strada importante ? conclude Dardanello ? ma occorre ancora lavorare per ridurre e standardizzare le procedure amministrative e la relativa modulistica sul territorio».

Che cosa resta da fare

1) Mancano all’appello alcuni elementi basilari introdotti dalla riforma, come le Agenzie per le Imprese, soggetti privati, ma accreditati dal Ministero dello Sviluppo Economico, che avranno il compito di rendere più efficiente l’interlocuzione tra l’impresa e la Pubblica Amministrazione.
2) Le imprese inoltreranno le pratiche per via telematica, ma dovranno pagare gli oneri connessi con modalità ancora tradizionali, in quanto il sistema di pagamento non è stato ancora realizzato.
3) Il richiamo alla necessità, a tutti nota, della unificazione delle modulistiche, a livello almeno regionale, non ha avuto risposte, seppure il Dpr 160 indicasse alcune soluzioni possibili.
4) Non tutte le Amministrazioni sembrano al momento in grado di sostenere l’introduzione di processi completamente informatizzati.
5) Il Dpr 160 prevede che il governo debba organizzare un piano di formazione per le pubbliche amministrazioni coinvolte, ma non è stato ancora delineato.

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