ROMA – Dopo Pontida è scontro ad alta tensione sul trasferimento dei ministeri. Con oltre 33mila, dei 174.681 dipendenti ministeriali d’Italia, che rischiano il trasferimento coatto al Nord. Per due ministeri senza portafoglio, che in realtà sono Dipartimenti della Presidenza del Consiglio – quello delle Riforme per il federalismo del Senatur, Umberto Bossi, e quello della Semplificazione normativa, di Roberto Calderoli – era tutto già pronto. «Berlusconi aveva già firmato il documento, poi si è cagato sotto», ha detto Bossi ai suoi, domenica, sul pratone di Pontida. Secondo il leader leghista, lui e Calderoli hanno già firmato due decreti per il trasferimento dei loro ministeri al Nord. Nuova sede sarebbe Villa Reale a Monza, messa a disposizione dal sindaco leghista, Marco Mariani. Attualmente al dipartimento comandato dal Senatur il personale è costituito da 17 (di cui dieci non di ruolo), fra dirigenti (due) e categorie funzionali (15). Da Calderoli operano, invece, 19 persone (di cui 16 non di ruolo). In questo dipartimento sono cinque i dirigenti, di cui uno solo di ruolo. In totale dunque nella città del Gran Premio di Formula Uno andrebbero in 36 dai due dipartimenti. Numeri esigui, proprio perché di tratta di dipartimenti e non ministeri, e dunque di un trasferimento di funzioni. Sui trasferimenti dei veri dicasteri, però, le idee non sono chiarissime. Sabato 18 giugno il Senatur, da Bergamo, ha annunciato la richiesta di decentramento di quattro ministeri: quelli del Lavoro, della Semplificazione, delle Riforme e dell’Economia. Anche Tremonti, aveva annunciato Bossi, avrebbe avuto un posto a Monza per il suo ministero, quello dell’Economia. Dal palco di Pontida, poi, se ne aggiungono altri due: dello Sviluppo economico e dell’Interno. Ma visto che il Viminale quest’anno compie cent’anni, il ministero dell’Interno resterà a Roma, «almeno per quest’anno», come ha annunciato il ministro Maroni. Il più grande dei dicasteri in ballo è quello degli Interni, che ha oltre 20mila dipendenti, di cui 6.748 già al Nord. Qui l’eventuale massa da trasferire dal centro e dal Mezzogiorno sarebbe di oltre 13mila persone. In ordine di grandezza segue il dicastero dell’Economia, che dovrebbe trasferirsi dallo storico quartier generale di via XX Settembre a Roma a Monza, ospite sempre di Villa Reale. Con i suoi 11.131 dipendenti sparsi fra Centro e Sud. Milano sarebbe la nuova sede del ministero del Lavoro, capitanato dal ministro Sacconi. All’ombra della “Madunina” dovrebbero trasferirsi 5.555 dipendenti (più uno all’estero) che ora operano al Centro e al Sud. Indefinita la sede per il ministero dello Sviluppo economico, che concentra solo il 10% dei suoi dipendenti al Nord. Qui il trasferimento interesserebbe 2.983 persone. Il sogno del Carroccio di trasferire i ministeri al Nord è molto più ampio. Nel biglietto di auguri spedito dal ministro Calderoli lo scorso Natale, con tanto di letterina a Gesù Bambino, c’era la richiesta di trasferire tanti ministeri in Padania. Nell’albero di Natale a forma di stivale rovesciato si invocavano al Nord, oltre a Consob e Senato federale, anche i ministeri dell’Economia, dell’Istruzione, dello Sviluppo, dell’Agricoltura, delle Pari opportunità, dei Trasporti, della Navigazione, delle Politiche Ue. Quello del Lavoro non era a Milano ma in Puglia. A Roma sarebbero restati solo Esteri e Giustizia.
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