Comunitaria 2011, via libera del Consiglio dei Ministri

Il Consiglio dei Ministri, il 3 agosto scorso, ha dato il via libera al disegno di legge “Disposizioni per l’adempimento degli obblighi derivanti dall’appartenenza dell’Italia alle Comunità Europee (Legge Comunitaria 2011)”. Sul provvedimento, che era stato approvato in via preliminare il 22 luglio, è stato acquisito il parere, favorevole senza osservazioni, della Conferenza Stato-Regioni in sessione comunitaria il 27 luglio.
Con l’approvazione della legge Comunitaria, il Governo adempie all’obbligo, previsto dalla legge 4 febbraio 2005 n. 11, di proporre annualmente al Parlamento un testo legislativo recante le disposizioni per l’adempimento degli obblighi derivanti dall’appartenenza dell’Italia all’Unione Europea.
La decisione del C.d.M. arriva peraltro a pochi giorni dall’approvazione in seconda lettura alla Camera dei Deputati del disegno di legge Comunitaria 2010, che ora dovrà essere nuovamente esaminato dal Senato.
Il disegno di legge Comunitaria 2011 ha una formulazione essenziale e contiene esclusivamente il consueto Capo I del disegno di legge comunitaria annuale e, pur mantenendo in gran parte la struttura delle precedenti leggi comunitarie, ne differisce  sostanzialmente nella parte relativa ai termini per l’esercizio delle deleghe legislative.
Si stabilisce infatti all’articolo 1, comma 1, che il termine per l’esercizio delle deleghe legislative per l’attuazione delle direttive contenute negli allegati A e B, non è più coincidente come in passato con la scadenza del termine fissato dalle singole direttive per il loro recepimento, ma è anticipato di due mesi.
Tale innovazione trova la sua giustificazione nell’esigenza di conseguire un più celere adeguamento della normativa italiana agli obblighi imposti in sede europea. L’obiettivo è quello di evitare l’avvio di procedure d’infrazione per mancato recepimento, considerato che, con l’entrata in vigore del Trattato dei Lisbona lo Stato inadempiente può rischiare di incorre in sanzioni pecuniarie già nel contesto del procedimento giurisdizionale di accertamento della stessa inadempienza.
Le direttive elencate negli allegati A e B da recepire con decreto legislativo sono complessivamente 23: due sono comprese nell’allegato A, 21 nell’allegato B. Quest’ultimo si differenzia dal primo in quanto individua le direttive per il cui recepimento occorre osservare una procedura «aggravata» dalla sottoposizione del relativo schema di provvedimento attuativo al parere dei competenti organi parlamentari. Il passaggio alle Commissioni parlamentari è previsto anche per i decreti legislativi di cui all’allegato A che prevedano l’eventuale ricorso allo strumento delle sanzioni penali ai fini della repressione della violazione degli obblighi comunitari.
Il disegno di legge sarà ora presentato alle Camere ed inizierà il suo iter parlamentare presso la Camera dei Deputati.

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