Come è andata a finire con le province

Fonte: Ilpost.it

Malgrado una certa semplificazione giornalistica, la riforma delle province convertita in legge nell’aprile del 2014 dalla Camera non ha previsto un’abolizione totale delle province, ma una sostituzione con nuovi enti che hanno continuato a occuparsi di edilizia scolastica, tutela e valorizzazione dell’ambiente, trasporti, strade provinciali e per i quali (a differenza di prima) non sono più previste elezioni dirette. Per l’abolizione totale delle province sarebbe stata necessaria una modifica della Costituzione, ma solo come primo passaggio formale. La riforma costituzionale bocciata con il referendum del 4 dicembre prevedeva semplicemente di eliminare la parola “province” dalla Costituzione, rimandando poi a una futura legge ordinaria la determinazione delle funzioni e delle competenze di questi enti o la loro eventuale cancellazione (una nuova riforma dunque, che sostituisse la riforma Delrio). In tutti questi passaggi la situazione è rimasta piuttosto confusa, e complicata.
Com’è andata e come funziona

Nell’aprile del 2014 la Camera convertì in legge il cosiddetto “Disegno di legge Delrio” sulla riforma delle province, approvato dal Senato con qualche difficoltà un mese prima. La legge prevedeva una riformulazione delle province trasformate in enti di secondo livello, per i quali non sono cioè più previste elezioni dirette…

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