Cgia Mestre, volano le addizionali Irpef: stangata per operai ed impiegati

Dal 2010 ad oggi le addizionali regionali e comunali Irpef hanno subito un vera e propria impennata. A dirlo è l’Ufficio studi della CGIA che ha analizzato gli effetti di questi aumenti sulle retribuzioni degli operai e degli impiegati residenti nei 40 Comuni capoluogo di Provincia che hanno già deciso per l’anno in corso l’aliquota dell’addizionale Irpef comunale. Risultato?

Per un operaio con un reddito annuo di 20.000 euro (pari a una retribuzione mensile netta di 1.240 euro) l’aggravio fiscale maturato tra il 2010 ed il 2013 è di 89 euro. In merito alle decisioni prese quest’anno, nel 2014 dovrà versare ben 401 euro.

Per un impiegato con un reddito annuo di 32.000 euro (che corrisponde ad una retribuzione mensile netta di quasi 1.840 euro) la maggiore trattenuta fiscale avvenuta sempre tra il 2010 ed il 2013 è stata di 117 euro. Alla luce delle decisioni prese nel 2013, l’anno prossimo il peso delle addizionali Irpef sarà di 664 euro.

Infine, per un quadro con un reddito annuo di 60.000 mila euro (pari ad uno stipendio mensile netto di quasi 3.100 euro) la maggiore trattenuta fiscale verificatasi sempre nello stesso periodo di tempo è stata pari a 284 euro. L’anno venturo saranno 1.328 gli euro che dovrà versare alla Regione e al suo Comune di residenza.

Dalla CGIA ricordano che le elaborazioni sono state costruite in modo da rappresentare la situazione a livello nazionale
A tale scopo si è utilizzata la seguente metodologia:

  • per l’addizionale regionale IRPEF si è calcolata l’imposta in ogni Regione e si è proceduto a calcolare la media ponderata con il numero dei contribuenti che sono debitori dell’imposta;
  • per l’addizionale comunale IRPEF si è proceduto a calcolare la media del prelievo nei vari anni per ogni livello di reddito nei 40 Comuni capoluogo di provincia che hanno già preso le loro decisioni per il 2013.

Si ricorda che l’imposta è calcolata dal datore di lavoro all’atto delle operazioni di conguaglio e viene “trattenuta” nelle buste paga dell’anno successivo. In pratica l’addizionale Regionale del 2013 viene calcolata solitamente con la busta paga di dicembre e trattenuta in un numero massimo di 11 rate a partire dalla retribuzione di gennaio 2014. La metodologia applicativa della l’addizionale comunale IRPEF cambia leggermente: innanzitutto il numero delle rate sono 9 e non 11, inoltre, si deve calcolare anche l’acconto nella misura del 30%.

Il periodo di riferimento preso in esame è stato quello tra il 2010 ed il 2013. Si è partiti dal 2010 perché è stato l’ultimo anno in cui le Regioni ed gli Enti locali dovevano rispettare il cosiddetto “blocco”: ovvero, non potevano variare le aliquote delle addizionali Irpef.

“Quest’anno – ricorda Giuseppe Bortolussi segretario della CGIA – gli enti locali hanno tempo sino al 30 novembre per decidere le aliquote dei tributi e delle tariffe comunali. Sono molteplici le incertezze e le problematiche che i Sindaci devono affrontare, si pensi all’IMU e alle risorse compensative che dovrebbero ricevere dall’erario, al delicato passaggio alla nuova TARES e al fatto che non si è certi su come si ripartiranno i 2,2 miliardi di euro di tagli del fondo di solidarietà comunale decisi dalla ‘Spending review’ e dalla Legge di Stabilità del 2013. Di fronte a queste problematiche – prosegue Bortolussi – la tentazione di ritoccare all’insù le aliquote delle addizionali comunali IRPEFè molto forte. Per l’anno in corso sono 40 i Comuni capoluogo di provincia che hanno già deliberato l’aliquota. Undici l’hanno aumentata e gli altri 29 hanno confermato l’aliquota del 2012 che in 13 casi era già stata innalzata al livello massimo dello 0,8%”.

Questa tendenza in corso consente a Bortolussi di fare una considerazione di carattere generale:

“L’aumento della tassazione locale è diventato ormai una costante che caratterizza la politica fiscale degli Enti locali. Lo Stato risparmia tagliando i trasferimenti, le Regioni e i Comuni si difendono alzando il livello delle imposte per mantenere in equilibrio i propri bilanci. Speriamo che il Governo Letta riprenda in mano il tema del federalismo fiscale, altrimenti tra Irap, la nuova tassa sui rifiuti, l’Imu sui capannoni e le addizionali Irpef i cittadini e le imprese si troveranno a pagare sempre di più senza avere un corrispondente aumento della qualità e della quantità dei servizi offerti”.

Come sono evolute le aliquote delle addizionali Irpef comunali e regionali negli ultimi anni ?
Nelle due tabelle successive si è sintetizzata la crescita dei valori medi.

L‟incremento delle addizionali va interpretato alla luce sia delle modifiche legislative intervenute sia dalle politiche fiscali attuate dalla Regioni e dagli Enti locali.

  • Addizionale comunale IRPEF: nel 2009 e nel 2010 vigeva ancora per i comuni il “blocco” delle aliquote delle addizionali, solo nel 2011 e poi definitivamente nel 2012 gli è stata ridata la possibilità di aumentare le aliquote sino al massimo dello 0,8%;
  • Addizionale regionale IRPEF: anche le Regioni hanno subito il blocco delle aliquote, tuttavia quelle in disavanzo sanitario sono state obbligate ad elevare l‟aliquota base (pari allo 0,9% sino al 2010) di 0,5 punti percentuali, raggiungendo l‟aliquota del 1,4%. Inoltre, a partire dal 2010, le Regioni in disavanzo che non hanno rispettato i piani di rientro hanno dovuto innalzare ulteriormente l‟aliquota di altri 0,3 punti percentuali (arrivando al 1,7%). Il DL 201/2011 (“Salva Italia”) ha sancito l’incremento dell’aliquota base dallo 0,9% all’1,23%, di conseguenza le Regioni in disavanzo sanitario hanno dovuto portare l‟aliquota all‟ 1,73% e quelle che non avevano rispettato i piani di rientro addirittura al 2,03%.

Le Regioni in disavanzo sanitario e sottoposte al piano di rientro nel 2012 sono: Abruzzo; Calabria; Campania; Lazio; Molise; Piemonte; Puglia e Sicilia. Quelle costrette ad elevare l‟aliquota sino al 2,03% sono state la Calabria, la Campania ed il Molise.

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