Limitazione del criterio di aggiudicazione del massimo ribasso, maggiore ricorso alle procedure negoziate, ma garantendo trasparenza e concorrenza, introduzione di criteri «reputazionali» degli appaltatori e verifiche dei requisiti soltanto per l’aggiudicatario. Sono queste alcune delle principali richieste formulate dalla commissione ambiente della camera con il parere approvato giovedì scorso sul Libro verde della Commissione europea in materia di appalti pubblici. Il parere, sul quale si è a lungo discusso in commissione, si riferisce alle ipotesi di modifica delle direttive appalti pubblici (2004/17 e 18), ma prende in esame anche diverse questioni inerenti alla normativa nazionale. Con riguardo alla normativa comunitaria, la commissione ambiente si esprime favorevolmente rispetto all’ipotesi di innalzare le soglie di rilevanza comunitaria e chiede alla Commissione europea anche di valutare l’opportunità di prevedere forme di pubblicità semplificate in relazione agli appalti sottosoglia. Un altro profilo sul quale si chiede di modificare le direttive attiene all’opportunità di limitare la sezione degli «appalti esclusi» (quegli appalti per i quali non si applicano tutte le norme delle direttive). Un altro punto sul quale si sofferma il parere è quello della qualificazione delle stazioni appaltanti; in questo caso il suggerimento è quello di promuovere forme di aggregazione della domanda attraverso una razionalizzazione delle funzioni amministrative delle stazioni appaltanti. La Camera suggerisce anche, sul fronte dell’offerta, di introdurre criteri che consentano alle stazioni appaltanti di verificare l’affidabilità delle imprese. Si tratta dei cosiddetti «criteri reputazionali», da rendere effettivi attraverso meccanismi premiali riferiti, ad esempio, al rispetto dei tempi di esecuzione di precedenti lavori, alla mancata presentazione di eccezioni e riserve ovvero di eccessivi ribassi in precedenti lavori. Importanti gli accenni ai criteri di aggiudicazione, laddove nel parere si propone di limitare il criterio di aggiudicazione del massimo ribasso ai casi di appalti di importo non elevato, privilegiando invece il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa. In questo modo, ha detto la commissione riprendendo anche principi affermati nella più recente giurisprudenza amministrativa, si potrà valorizzare la qualità, non solo finanziaria, ma anche tecnica e progettuale dell’offerta, nonché tenere conto di elementi legati alla valenza ambientale, sociale dell’offerta medesima, riducendo il tasso di discrezionalità proprio del criterio dell’offerta economicamente. Importante, in chiave nazionale, il passaggio sulle procedure negoziate (oggetto di intervento nel ddl «Statuto di impresa» con l’innalzamento a 1,5 milioni per i lavori e da 100 mila a 193 mila euro per i servizi di ingegneria e architettura dei casi di affidamento senza bando di gara): la commissione da un lato ha auspicato un maggiore ricorso alla negoziata in generale, ma per quella senza previa pubblicazione del bando ha chiesto l’obbligatoria adozione di strumenti quali «l’aumento del numero delle imprese da invitare, il criterio della rotazione di tali imprese, la pubblicità delle informazioni relative allo svolgimento della procedura e la pubblicazione ex post degli atti della procedura medesima».
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