ANCI: “Con Stefania siamo tutti indagati. Lo Stato cambi regole o ci costituiremo parte civica”

“Quanto accaduto alla sindaca di Crema, Stefania Bonaldi, è l’ennesima testimonianza di quello che l’ANCI e tutti i sindaci Italiani stanno denunciando ormai da tempo. Non è nostra abitudine contestare le attività della magistratura né metterne in discussione le scelte ma lo Stato deve metterci nelle condizioni di fare il nostro lavoro serenamente.  Non chiediamo l’immunità o l’impunità, come abbiamo già scritto nell’appello del 2 marzo scorso, in occasione della vicenda che colpì Chiara Appendino, chiediamo solo di liberare i sindaci da responsabilità non proprie”. Queste le parole del presidente dell’ANCI e sindaco di Bari, Antonio Decaro, in seguito alla vicenda dell’avviso di garanzia ricevuto dal sindaco di Crema, Stefania Bonaldi, dopo l’infortunio di un bambino che si era “pizzicato” due dita in una porta di un asilo comunale della città nello scorso autunno. Il bambino aveva poi recuperato pienamente la funzionalità della mano, ma secondo la procura non sarebbero state adottate le precauzioni necessarie per evitare l’incidente.

“Così non è più possibile andare avanti. E se non è stato sufficiente un accorato appello al Governo e al Parlamento, sottoscritto da quasi 4mila sindaci italiani, per attirare l’attenzione di chi può e deve prendere provvedimenti su quanto sta accadendo, vorrà dire che sfileremo con le nostre 8 mila fasce, costituendoci “parte civica”, nell’aula di tribunale dove la sindaca di Crema dovrà forse un giorno presentarsi per difendersi da questa accusa. Saremo lì con lei, o con qualsiasi altro sindaco chiamato a difendersi da colpe che evidentemente non sono e non possono essere sue. Perché non è la sindaca di Crema oggi ad essere stata indagata ma insieme a lei ci sentiamo tutti indagati. Primo o poi qualcuno dovrà rispondere quando l’Italia resterà un Paese senza sindaci”.

>> Il Vademecum dell’Amministratore locale (II Edizione) a cura di Amedeo Scarsella.

Sintetizziamo di seguito i fatti, così come li racconta (fonte: Sole 24 Ore di questa mattina) la diretta interessata in una comunicazione al consiglio comunale di Crema. «Gentili consigliere e consiglieri nel rispetto dell’istituzione che rappresentiamo mi pare doveroso comunicarvi che nella giornata di giovedì 3 giugno mi è stato notificato un avviso di garanzia. Il procedimento scaturisce da un sinistro occorso nello scorso mese di ottobre, presso l’asilo nido di via Dante, quando un bimbo ha subito un trauma da schiacciamento del 3° e 4° dito della mano sinistra. Il bambino ha messo due dita nel cardine della porta tagliafuoco, che si era chiusa automaticamente, le ferite conseguenti hanno richiesto un periodo di cura di circa tre mesi. Fortunatamente, ed è quello che conta di più, senza che vi sia stato un lascito di lesioni permanenti, tanto che il bimbo è tornato a frequentare il medesimo nido comunale di via Dante». In conseguenza del fatto la sindaca viene indagata, assieme ad altre persone in concorso, per “la violazione della Dgr di Regione Lombardia 2929 del 9 marzo 2020, relativa agli asili nido”, e cioè sulle responsabilità in fatto di vigilanza e prevenzione nelle strutture.

La vicenda è stata ripresa e commentata da numerosi sindaci nella giornata di ieri: hanno espresso solidarietà nei confronti di Bonaldi, ricordando che la mancanza di sufficienti tutele legali è uno dei motivi per i quali si fatica spesso a trovare persone disposte a candidarsi per fare i sindaci.

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