Alemanno rilancia: dal 2013 via Equitalia

Fonte: Il Sole 24 Ore

Cresce la tensione fra i Comuni ed Equitalia, sotto accusa per metodi di riscossione ritenuti quanto meno ruvidi.
Nei confronti della società è arrivato ieri l'(ennesimo) affondo del sindaco di Roma, Gianni Alemanno, che ha rilanciato l’intenzione di affidare dal 2013 controllo e accertamento dei tributi capitolini a Aequa Roma, interamente partecipata dal Campidoglio. «Dalla fine di quest’anno – ha chiarito il primo cittadino nel corso di un convegno della Confesercenti – chiuderemo ogni rapporto con Equitalia. Aequa Roma spa opererà in stretto rapporto con le categorie produttive in modo da non creare una realtà cieca». Secondo Alemanno bisogna differenziare «gli evasori dalle persone che hanno problemi oggettivi e non possono essere uccise dal fisco».
La presa di posizione del sindaco di Roma appare soprattutto di natura politica se solo si considera che in realtà una legge dello Stato già prevede che dal 2013 i Comuni gestiscano e disciplinino autonomamente forme e modalità delle riscossioni, dopo avere, peraltro, ottenuto una proroga del rapporto con Equitalia per l’anno in corso. Va ricordato, inoltre, che la gestione autonoma rappresenta una possibilità concessa ai municipi fin dal 1997 (si legga anche Il Sole 24 Ore dello scorso 4 maggio).
Comunque sia, la mossa di Alemanno sta facendo proseliti. «Anche la Regione Lazio si sta strutturando con una società di riscossione propria», ha detto sempre ieri la governatrice Renata Polverini. «Lo scorso dicembre – ha precisato – abbiamo depositato una proposta di legge che è già in commissione. Abbiamo bisogno di dotarci di un servizio per le nuove funzioni che le Regioni hanno acquisito con il federalismo».
Dal primo cittadino di Milano giungono, invece, dichiarazioni di tono più soft: i Comuni, ha spiegato ieri Giuliano Pisapia, possono svolgere un ruolo di mediazione accanto a Equitalia. «La collaborazione con le Entrate e la Guardia di finanza – ha sottolineato il sindaco – è importante per stanare l’evasione fiscale». Il difetto, semmai, sta nella fase della riscossione: «Equitalia – ha detto Pisapia – è andata avanti come un bulldozer, senza verificare dove c’era intenzione di evadere e dove, invece, c’era solo difficoltà a far fronte ai pagamenti».
Nel frattempo, a fronte delle accuse circa le procedure adottate rivolte a Equitalia dopo il tentato suicidio di Pietro Paganelli, l’artigiano settanduenne ora in coma che sabato scorso a Napoli si è sparato un colpo di pistola alla tempia dopo aver appreso che la casa di proprietà del figlio era stata ipotecata, la società di riscossione ha replicato con una nota. «In merito a supposte responsabilità sull’accaduto – sottolinea Equitalia – si precisa di aver svolto correttamente, nel corso del tempo, tutte le attività affidate. Nello specifico, si conferma che non ci sono state duplicazioni di richieste di pagamento, come erroneamente riportato da qualcuno, ma solo la diminuzione del debito iniziale per effetto dello sgravio totale concesso dalla Camera di commercio e delle correzioni effettuate dal Comune di Napoli».

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