Una nuova politica spaziale per l’Europa: indipendenza, competitività e qualità della vita per i cittadini

Migliorare la sicurezza e la vita quotidiana dei cittadini europei grazie alla radionavigazione, guidare i trattori via satellite per ottimizzare le rese agricole, rendere più efficiente la risposta in caso di crisi umanitaria, sviluppare nuove tecniche di riciclaggio dell’acqua per le missioni su Marte… non è fantascienza, sono solo alcuni esempi delle innovazioni connesse alle tecnologie spaziali diffuse ai nostri giorni.
Questo ruolo cruciale dello spazio viene illustrato dalla comunicazione della Commissione europea presentata ieri 4 aprile come prima tappa di una politica spaziale integrata che sarà ampliata con la nuova base giuridica prevista dal trattato di Lisbona.  La nuova comunicazione è volta a rafforzare le infrastrutture spaziali europee e chiede un maggior sostegno per la ricerca inteso ad eliminare la dipendenza tecnologica europea, favorire la fertilizzazione incrociata tra il settore spaziale e gli altri settori industriali, e promuovere l’innovazione come motore della competitività europea.
Il Vicepresidente della Commissione Antonio Tajani, responsabile per l’Industria e l’Imprenditoria, ha dichiarato: “Lo spazio è una risorsa strategica ai fini dell’indipendenza dell’Europa, della creazione di posti di lavoro e della competitività.  Le attività spaziali creano posti di lavoro altamente qualificati, innovazione, nuove occasioni commerciali ed accrescono il benessere e la sicurezza dei cittadini. Per questo dobbiamo potenziare la politica spaziale europea, per utilizzare al meglio le opportunità sociali ed economiche che offre all’industria, in particolare alle PMI. Al fine di conseguire i nostri obiettivi, è necessario che l’Europa mantenga un accesso indipendente allo spazio.”
In un contesto di sfide economiche, sociali e strategiche rilevanti, la comunicazione odierna definisce le priorità per la futura politica spaziale dell’UE.

  • Portare a compimento i programmi europei di navigazione satellitare Galileo ed EGNOS. Un servizio recentemente introdotto nell’ambito di EGNOS, ad esempio, consente avvicinamenti di precisione e rende più sicura la navigazione aerea (IP/11/247).
  • Applicare insieme agli Stati membri il Programma europeo di osservazione della terra (GMES), che è stato progettato per il monitoraggio del suolo, dell’oceano, dell’atmosfera, della qualità dell’aria e dei cambiamenti climatici, nonché per interventi di emergenza e di sicurezza, con l’obiettivo di diventare pienamente operativo nel 2014.
  • Proteggere le infrastrutture spaziali contro i detriti spaziali, le radiazioni solari e gli asteroidi istituendo un sistema europeo di sorveglianza dell’ambiente spaziale SSA (European Space Situation Awareness).
  • Individuare e sostenere a livello UE iniziative in materia di esplorazione spaziale. L’Unione potrebbe in particolare valutare le possibilità di lavorare con l’ISS (Istituto europeo per gli studi sulla sicurezza) facendo in modo che tutti gli Stati membri partecipino.
  • Perseguire una politica industriale spaziale elaborata in stretta collaborazione con l’Agenzia spaziale europea e con gli Stati membri.
  • Sostenere la ricerca e lo sviluppo al fine di assicurare l’indipendenza tecnologica europea e garantire che l’innovazione in quest’ambito andrà a vantaggio dei settori non spaziali e dei cittadini. I satelliti di telecomunicazione svolgono un ruolo fondamentale in questo contesto.
  • Rafforzare i partenariati con gli Stati membri dell’Unione europea e l’Agenzia spaziale europea (ESA) e mettere in atto programmi di gestione più efficienti.

La Commissione proseguirà il dialogo con i partner chiave, gli Stati Uniti e la Russia, e avvierà un dialogo con altre nazioni che dispongono di capacità spaziali, come la Cina, al fine di suscitare maggiori sinergie. Lo spazio deve diventare parte integrante della politica estera dell’UE e potrebbe beneficiarne in particolare l’Africa.
Infine, la Commissione sta esaminando la possibilità di presentare, nel 2011, una proposta per un programma spaziale europeo. In base alle reazioni alla presente comunicazione, la Commissione definirà la propria impostazione in materia, da integrare nella sua proposta di giugno relativa al prossimo quadro finanziario pluriennale.

L’importanza economica del comparto spaziale per l’industria manifatturiera europea
Il settore manifatturiero spaziale in Europa rappresenta un fatturato consolidato di 5,4 miliardi di euro e dispone di una manodopera altamente qualificata di oltre 31 000 addetti. Gli 11 principali operatori satellitari in Europa gestiscono 153 satelliti di comunicazione, rappresentano 6 000 impiegati e registrano un fatturato di 6 miliardi di euro l’anno, con un indotto a valle che conta 30 000 addetti. Secondo le stime, già il 6-7% del PIL dei paesi occidentali, ossia 800 miliardi di euro nell’Unione europea, dipende dalla radionavigazione satellitare.
I mercati dei servizi spaziali sono in rapida ascesa. Si prevede, ad esempio, che il fatturato annuale dei mercati delle applicazioni GNSS su scala mondiale raggiunga circa 240 miliardi di euro entro il 2020. Inoltre, considerati i vantaggi di Galileo ed EGNOS rispetto agli altri sistemi concorrenti, i benefici economici e sociali dei due programmi previsti per i prossimi 20 anni dovrebbero aggirarsi sui 60-90 miliardi di euro.
Secondo l’OCSE il mercato mondiale per i dati commerciali di Osservazione della terra, che rappresentava 735 milioni di euro nel 2007, ha il potenziale per aumentare a circa 3 miliardi nel 2017.
Il sistema SSA (Space Situational Awareness: sorveglianza dell’ambiente spaziale), dovrebbe contribuire a ridurre la perdita stimata per gli averi europei a causa di collisioni con detriti o di intemperie spaziali, perdita che, stando alle informazioni disponibili, ammonterebbe in media a circa 332 milioni l’anno.
Tali costi quasi sicuramente non rappresentano che una piccola parte delle possibili conseguenze non quantificate e dei costi che potrebbero derivare dall’assenza di un sistema di sorveglianza spaziale.  La perdita di un satellite, ad esempio, potrebbe comportare interruzioni di capacità di comunicazione satellitari critiche in una situazione di emergenza, con conseguenti perdite di vite umane. La distruzione o l’avaria completa di un satellite possono comportare gravi perturbazioni dell’attività economica (la banche si basano sempre di più sulle comunicazioni via satellite) e potrebbero incidere sulle attività professionali dei clienti in seguito all’interruzione di un servizio. Al momento non disponiamo di dati affidabili per poter quantificare il valore di tali perdite. Analogamente non siamo in grado di cifrare le conseguenze dell’eventuale impatto di oggetti che gravitano vicino alla terra (Near Earth Objects).

Contesto
L’articolo 189 del trattato di Lisbona conferisce all’Unione europea un ruolo esplicito nell’elaborazione di una politica volta ad esplorare ed utilizzare lo spazio, al fine di promuovere il progresso tecnico e scientifico, la competitività industriale e l’attuazione delle sue politiche. La politica spaziale è un elemento chiave della strategia Europa 2020 e fa parte integrante dell’iniziativa faro “politica industriale” (IP/10/1434). L’obiettivo di questa iniziativa è conseguire un’economia intelligente, sostenibile ed inclusiva tramite la creazione di posti di lavoro altamente qualificati e di opportunità commerciali, promuovendo l’innovazione e migliorando il benessere e la sicurezza dei cittadini.

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